I BONACOSSA
lavorazioni industriali e per i trasporti terrestri e fluviali. Trasporti ferroviari, fluviali leggeri per trasporto di passeggeri (battelli a vapore) e piccoli carichi e pesanti per trasporto merci e per trasporto di merci e marittimi ne fecero largo uso consentendo lo sviluppo e il collegamento in tutta Europa e anche nel nuovo Continente. La prima ferrovia a vapore pubblica fu inaugurata nel 1826 in Gran Bretagna la “Stocton & Darlington”, soltanto dopo nel 1850 la rete ferroviaria raggiunse i 6.600 miglia. La macchina a vapore di James Watt fu la chiave di successo in Inghilterra, introdotta alla fine del 1700, dove iniziò una vera Rivoluzione industriale ma non solo. Doveroso è dare qualche cenno a riguardo. James Watt perfezionò il funzionamento della macchina a vapore avvalendosi delle prime rudimentali intuizioni del principio scoperto dal francese Denis Papin nel 1690 costituita da un cilindro entro il quale veniva portata ad ebollizione dell’acqua. La pressione prodotta dal vapore sollevava uno stantuffo che scorreva all’interno del cilindro. Nel 1705 lo scozzese Thomas Newcomen inventò la macchina a vapore applicata ai processi industriali, che prevedeva una pompa a pistone, la quale veniva azionata da un motore a vapore a condensazione interna. La macchina di Newcomen fu impiegata soprattutto per consentire una facile estrazione di carbone nelle miniere, potendo in tal modo pompare l’acqua fuori dalle miniere di carbone, di cui la Gran Bretagna deteneva i maggiori giacimenti. La macchina a vapore di James Watt fu la prima macchina a vapore a condensatore separato. Watt si avvalse delle intuizioni di Newcomen ma le perfezionò consentendo di rendere il metodo più sicuro ed utilizzabile su impianti di maggiori dimensioni. Venne messa a punto fra il 1773 e il 1775. La differenza dalla precedente consisteva in un condensatore esterno e del moto rotativo. Due fattori in sinergia che costituirono il perno della Rivoluzione industriale che diede un cambiamento epocale non solo all’economia ma un cambiamento sostanziale e sociale vedendo molta forza lavoro contadina spostarsi verso le prime fabbriche. Nell’Italia da poco costituita, erano pochi gli imprenditori che potevano investire in macchinari a vapore. I Bonacossa furono in questo dei precursori. L’intuizione che i nuovi macchinari a vapore potevano fare la differenza, fu una formula vincente.
Vincenzo Bonacossa e i suoi primi due figli Luigi e Pietro sapevano che Vigevano era considerata la città della seta per eccellenza dai tempi più antichi e decisero di aprirvi una filanda nel 1868 nella zona denominata “ ponte della Giacchetta ” a Vigevano. L’edificio contava di tre piani di cui uno interrato per le tre fasi, in ordine ascendente della lavorazione della seta. (Trattura- torcitura-filatura). Per la lavorazione della seta l’elemento fondamentale è
Il ponte della Giacchetta
l’acqua. La filanda da un lato è bagnata dal naviglio sforzesco che fornisce acqua in quantità. Investono in macchinari all’avanguardia dei tempi con caldaie rigorosamente a vapore per le lavorazioni, sfidando il periodo di assoluta crisi del comparto serico della città dovuto alle conseguenze dell’arresto nel settore per i dazi napoleonici (29% sulla seta greggia), per cui molti filandieri avevano trascurato le loro filande riversando ogni attenzione verso i loro appezzamenti agricoli, unico bene di rifugio in periodi difficili. In aggiunta era comparsa un’epidemia che colpiva i bachi da seta (provenienti da semi nigeriani) compromettendo la produzione di bozzoli. Molti bachi
Made with FlippingBook Learn more on our blog