I BONACOSSA

Verso la fine del 1400, Leonardo da Vinci, che si trovava alla Corte del Moro, progettò macchine per la lavorazione della seta e disegnò lui stesso abiti per Beatrice D’Este, moglie di Ludovico. In quell’epoca la culla del Rinascimento era Firenze e la Famiglia Medici si distingueva non solo per le imprese militari, finanziarie, politiche, ma per l’attenzione alle Arti i n tutte le sue forme e per il prestigio che ne derivava. “Ludovico il Moro” in seguito alleato dei Medici, ne voleva equiparare l’intelligenza, la signorilità, le innovazioni, facendo della sua “Corte sforzesca” una fucina di esperimenti innovativi e per questo si avvalse del genio di Leonardo da Vinci, che non solo ritrasse personaggi di corte, progettò una statua equestre del padre di Ludovico il Moro,

Leonardo

Francesco I Sforza rimasta incompiuta, (Venne poi fusa per munizioni per fronteggiare le armate Francesi) ma progettò macchine da guerra, canali d’irrigazione per le coltivazioni rendendo le terre da aride a fertili per le coltivazioni (di cui usufruiamo tutt’ora), dedicando parte del suo tempo ai suoi esperimenti e studi. Un artista poliedrico che univa la genialità al gusto e all’eleganza.

Il Mulino di Mora Bassa e la Piazza di Vigevano con Ludovico e Beatrice Opere del pittore vigevanese Umberto Trevisan

All’inizio del ‘500 la maggiore attività era stata la tessitura della lana (ricordiamo le gesta storiche di Camilla Rodolfi), si producevano circa 1200 panni all’anno. Perdette mercato in seguito alla concorrenza dei filati inglesi di ottima qualità e più accessibili. I panni erano calcolati in rubbi. Un rubbo equivale a circa Kg. 20. I panni venivano misurati a spanne (partendo dall’omero per tutta la lunghezza del braccio fino alla punta delle dita della mano) in Lombardia si stabilì una misura convenzionale in cm. 68,3/ 63,00, misurazione molto approssimativa e variabile da una città all’altra.

Misurazione in Lombardia per la seta = Braccio da seta = 59,5 cm. Per la lana = Braccio da lana = 68,3cm misura convenzionale anche a Venezia. Essendo queste misure approssimative, nelle piazze principali dei paesi e delle città, sul muro del Municipio o vicino alla chiesa vi era tracciata ed incisa una linea corrispondente ai centimetri del “braccio convenzionale” che fungeva da unità di misura, non esistendo allora il sistema metrico decimale. Questo consentiva ai mercanti e soprattutto agli acquirenti di controllare la lunghezza delle merce acquistata e sventare possibili truffe.

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