I BONACOSSA

I Bonacossa, sono stati tra i primi industriali e sono sinonimo di seteria, ma la cultura della lavorazione della seta a Vigevano ha origini lontane.

L’epopea degli Sforza

Si deve risalire alla fine del 1400 verso il 1500, quando per volere di Ludovico Maria Sforza detto “Il Moro” signore del Ducato di Milano, Vigevano e della Sforzesca, iniziarono le coltivazioni delle piante di gelso, ( Morus in latino) importate dal Veneto per l’allevamento dei bachi da seta. Con l’introduzione di istruttori stranieri per la lavorazione, come egli stesso aveva visto in Francia durante le sue conquiste militari. “Il Moro” era un uomo ardimentoso, tenace, coraggioso fino all’eccesso educato dal padre Francesco I Sforza che fu luogotenente per circa vent’anni di

Filippo Maria Visconti, che arrivò ad osteggiarlo invidioso della sua popolarità ma

"Il Moro"

di cui sposò la figlia Bianca Maria Visconti, ad essere innanzitutto un guerriero alla difesa della sua Signoria. Lui stesso “compagno di ventura” aveva difeso con fierezza e coraggio la rivolta di Milano che negava la sua supremazia e voleva in sua vece una Repubblica. Fu il matrimonio con Bianca Maria Visconti a legittimarlo e confermare i suoi diritti come successore di Filippo Maria Visconti privo di eredi maschi per il suo Casato. Prima di Ludovico detto “Il Moro” fu il padre

Francesco I Sforza ad iniziare sempre alla residenza Sforzesca a pochi chilometri da Vigevano, l’allevamento sperimentale di pecore di lana pregiata.

Bianca Maria Visconti

Per questo motivo fece erigere la cascina “Pecorara tra la frazione Sforzesca e Vigevano, che esiste tutt’ora, dove venivano

custodite. Tutto questo per avere lane di pregio da introdurre nel mercato che era stato monopolio di Vigevano per

Francesco I Sforza

La Cascina Pecorara

molto tempo, (venivano prodotti circa 1200 rubbi di lana all’anno - Un rubbo = Kg. 20 circa) ma che si trovava ad attraversare un momento critico dovuto all’immissione di filati esteri prevalentemente Inglesi, più selezionati e più accessibili. L’esperimento non andò a buon fine. Le pecore morirono e rimase solo la cascina ancora visibile ai nostri giorni ed abitata, posta a metà strada fra Vigevano e la frazione Sforzesca. Suo figlio Ludovico Maria Sforza detto “Il Moro” con l’allevamento dei bachi da seta ebbe maggior fortuna ed aprì la strada ad un mondo sconosciuto che sarà il settore trainante per diversi secoli dopo di lui.

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