I BONACOSSA

chiusura nel 2002, tenendo conto che il personale negli ultimi anni si era ridotto a 55 persone:(Quindici uomini e quaranta donne). Ricordiamo anche la vecchia filanda di Forlì sorta nel 1886 di proprietà di Giuseppe Brasini figlio di imprenditori forlinesi e direttore della Banca Popolare che occupava 103 operaie salite a 198 nel 1900. Nel 1896 passò di proprietà ad Aristide Panzeri che a sua volta la cedette ai F.lli Bonacossa. Rimase attiva fino al 1914, anno in cui venne chiusa definitivamente. Venne costruita una seconda filanda detta “la filanda nuova” nel 1898 da Giulio Panzeri per poi essere rilevata nel 1899 da Mario Tomiselli dal quale fu rilevata nel 1900 dai F.lli Bonacossa. La quantità di seta prodotta raggiungeva livelli di quantità e qualità molto superiori alla media. L’eccellente qualità della seta permise di essere esportata in Francia, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti. Tra le attrezzature impiegate per la lavorazione vanno menzionate le tre caldaie a vapore azionate a turno in modo da evitare interruzioni, un essiccatoio capace di lavorare in un giorno duecento quintali di bozzolo, un impianto di aereazione che assicurava un ambiente di lavoro abbastanza sano, due sale di controllo, nelle quali la seta prodotta era sottoposta a varie operazioni, quali la piegatura e l’imballaggio. Successivamente la seta veniva in matasse di varie dimensioni a seconda dei luoghi d’esportazione. Venivano spedite in Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera, Stati Uniti. Infine venne nel 1926 acquistata da Napoleone Maiani industriale che possedeva anche una conceria e rimase attiva fino al 1929 anno in cui tutta l’economia mondiali subì una fortissima crisi che portò Maiani al fallimento e alla definitiva chiusura. Si contano tre cascami seta a Tarcento (UD), Boltiere (BG), Varsavia dove i cascami entravano come materia prima per la lavorazione ed uscivano come prodotto finito. Pur subendo un arresto la storia della seta come materiale tessile più pregiato in assoluto non finirà mai. Ancora ai nostri tempi rappresenta uno status di signorilità ed eleganza per quanto riguarda i tessuti, ma viene usata in medicina come filo per sutura adatto per le sue caratteristiche essendo sottile ma molto resistente (pari a 20 micron), anallergico, duttile. La seta è l’unica fibra tessile animale a filamento continuo. Un filo di seta tratta può raggiungere gli 800/900 metri e per romperlo ci vuole un filo d’acciaio tre volte più spesso, come dimostrano i test al dinamometro. E’ usato in medicina e definito “Il tessuto che cura”. La seta essendo perfettamente liscia non produce frizione e irritazioni cutanee. Ha costituito una novità interessante presentata al 86° Congresso di Ginecologia e Ostetricia a Milano, riguarda nello specifico le proprietà del tessuto a maglia di seta naturale-medicata; costituita da fibroina al 100% privata dalla sericina che potrebbe creare allergie e nobilitata con antimicrobico permanente non-migrante a base di ammonio quaternario, che si lega perfettamente alla seta e non viene rilasciata alla pelle costituisce un trattamento terapeutico formidabile. Protegge dalla contaminazione batterica e fungina. E’ un prodotto italiano, brevettato a livello internazionale, classificato come dispositivo medico di classe A. Ha dimostrato di essere di grande aiuto nelle medicazioni delle ustioni perché riduce le superinfezioni batteriche che rappresentano una pesante complicanza. E’ usata da decenni in chirurgia e può essere applicato anche su pelle irritata o ustionata. Il prodotto di seta medicata assorbe fino al 30% del suo peso rimanendo asciutto. Viene per questo usata per indumenti per persone obese e in ginecologia. La pelle risulta asciutta ed idratata grazie alla naturale riserva di umidità trattenuta dalle fibre. La seta viene impiegata in ingegneria e in fisica essendo molto resistente e rispetto all’acciaio sei volte più leggera. Per questi ed altri molteplici qualità, la seta, rimarrà sempre un insostituibile evergreen.

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