I BONACOSSA
Stabilimento di Vigevano Giuseppe Bonacossa con suo nipote Primo in qualità di Presidente, riunì il Consiglio d’amministrazione (C.D.A.) della nuova Società per la Filatura dei Cascami di Seta per convincere gli azionisti ad investire in uno stabilimento (Cascamificio) in Vigevano, che sarebbe sorto sulle loro proprietà, tenendo conto delle nuove leggi che regolano l’ubicazione delle fabbriche per la lavorazione della seta, che per motivi igienici, dovuti agli scarti maleodoranti di lavorazione, vennero decentrate dalla città. Ricordiamo a tal caso le due Ordinanze del Protomedico Abramo Ardizzi del Tribunale della Sanità fin dal 1574 … maggior contribuente. Non dimentichiamo che tutte e due cascine e i terreni circostanti erano loro proprietà, di cui l’ultima fu venduta poco prima del progetto dell’attuale circonvallazione.
Per questo tipo di lavorazione devono sussistere due elementi fondamentali: l’acqua per la macerazione e l’elettricità per la forza motrice per azionare le macchine a vapore. Nella zona in cui proposero di far sorgere il Cascamificio mancavano entrambe. Si vedeva l’urgente necessità di trovare una soluzione. Con questo presupposto ed un progetto avveniristico il Conte ed Ing. Giuseppe Bonacossa convinse il C.D.A. della “Società della
Filatura Cascami Seta”. Per avere energia elettrica furono costruite appositamente due centrali idroelettriche: La prima a Gravellona Lomellina in zona Crocetta vicina al Santuario di S.Anna e la seconda a Tornaco, sfruttando le acque del diramatore del canale Quintino Sella (7/08/1827-Regno di Sardegna---14/03/1884 Biella---scienziato, politico e alpinista Italiano), una derivazione del canale Cavour, costruito tra il 1870 e il 1874. Il canale Cavour fu inaugurato nel 1866 dopo l’inaugurazione nel 1854 della centrale idroelettrica del Meina sul Lago Maggiore, presente il Conte Camillo di Cavour a cui fu dedicato. Nel 1897 la corrente elettrica prodotta dalle due centraline di Gravellona Lomellina e di Tornaco veniva convogliata su di una linea elettrica di km. 14 che arrivava fino alla periferia di Vigevano ad un trasformatore posto in cascina Aguzzafame, di proprietà dei Bonacossa e da lì fino al Cascamificio per azionare le macchine a vapore per le fasi di lavorazione di bozzoli che avveniva per macerazione. Questa sottostazione di trasformazione era di fondamentale importanza.
La concessione gratuita per l’allaccio alla linea principale elettrica fu dato dai Bonacossa al primo Calzaturificio di Vigevano Giulini, (Alcuni testi citano anche Bocca, per correttezza cito entrambi) in ogni caso rappresenta un passaggio dal comparto tessile al calzaturiero, seppur virtuale, ma molto significativo per il futuro di Vigevano. Una pietra miliare per un nuovo sviluppo economico.
Calzaturificio Giulini (ora sede del Giornale L’Informatore)
L’altro elemento fondamentale per la lavorazione è l’acqua. La zona ne era sprovvista eccetto qualche insignificante canale d’irrigazione. Quindi progettarono una pompa idraulica posta alla fine della discesa di Via S. Giovanni esattamente sulla riva del fiume Ticino. Detta pompa aspirava l’acqua direttamente dal fiume e la convogliava in un “canalino” cementato, costruito appositamente per l’uso con una pendenza, che passando da Via Gorizia defluiva per caduta in grande serbatoio detto “vascone” di 50 mq2 all’interno del Cascamificio. Per raggiungere il fondo della grande cisterna si
Made with FlippingBook Learn more on our blog