I BONACOSSA

Si dovette attendere l’Unità d’Italia, quando uno dei primi impegni assunti dalla Giunta Comunale di Milano, presieduta dall’ora Sindaco Beretta, si prefiggeva di congiungere il Capoluogo Lombardo a Vigevano. L’iniziativa si concretizzò con la Legge 17 Luglio 1861, tramite la quale Vittorio Emanuele II Re d’Italia concedeva all’ingegner Eugenio Ferrante di Torino, artefice della Mortara-Vigevano, di costruire a sue spese, rischio e pericolo o per tramite di apposita Società, una “Strada ferrata da Vigevano-Milano” con stazione in Porta Vercellina, in base ad un progetto-base che prevedeva fra le due Città le sole fermate di Morimondo e Vigano con un'unica stazione a Corsico. Inoltre il Concessionario (Ing. Ferrante) si assumeva l’esercizio della già operante tratta Mortara-Vigevano che lo Stato provvedeva ad affidargli alle medesime condizioni. Poco tempo prima che venisse approvata questo progetto di Legge, era stata proposta un’iniziativa riguardante il Comune di Abbiategrasso allora Capoluogo di Circoscrizione che vedendosi escluso dalla tratta ed informato dal suo Deputato Cesare Correnti delle possibilità per poter intervenire per modificare il tracciato, aveva presentato assieme ai Comuni di Gaggiano e Trezzano una petizione urgente per bloccare la Concessione Governativa, in seguito con il tramite di una Concessione per questo scopo istituita erano riusciti a convincere l’Amministrazione Provinciale dell’utilità di includere nella linea ferroviaria Abbiategrasso e Gaggiano. L’ing. Ferrante allora si rivolse direttamente al Sindaco di Abbiategrasso per proporgli invano alcune flebili alternative, con l’unica conseguenza di bloccare la trattativa per il rifacimento del tracciato che si prorogò dall’Agosto del 1861 agli inizi del 1863, periodo durante il quale l’ing. Ferrante venne a mancare e si dovette decidere a chi affidare l’incarico. Fu allora che il Comune di Vigevano si accollò l’iniziativa di riunire in Milano a Palazzo Marino tutti i Comuni in questione e finalmente Abbiategrasso forte degli appoggi dei Comuni di Vigevano, Gaggiano, Trezzano, Albairate e Cassinetta di Lugagnano con l’approvazione dell’amministrazione Provinciale, riuscì a volgere a proprio favore l’esito della riunione. Venne nominata una Commissione che oltre a conferire agli eredi dell’Ing. Ferrante per la modifica del tracciato, doveva istituire una Società Anonima e lanciare la sottoscrizione di 14000 azioni da 500 Lire l’una per il reperimento del capitale occorrente per la realizzazione dell’opera. Per conto, il Comune di Abbiategrasso oltre alle 200 azioni di cui doveva deliberare l’acquisto si sarebbe accollato ad acquistarne oltre 100 se ciò avesse dato l’opportunità di essere sede di Stazione. Nel mentre furono nulle le due “Istanze” presentate alla Prefettura di Milano dal gruppo dei Comuni rimasto escluso dalla variante di Abbiategrasso, di cui una ben dettagliata, il cui obbiettivo era di ottenere il ripristino del tracciato originale.

Il 10 Febbraio 1864 si tenne nelle Sale del Comune di Milano l’assemblea generale degli azionisti, per costituire ufficialmente la “Società della Strada Ferrata da Vigevano a Milano per Abbiategrasso con Stazione a Porta Ticinese”. Il tutto con il tacito accordo del Governo espresso per il tramite del Commissario Regio Mercalli, che aveva comunicato l’avvenuta approvazione della

La Ferrovia Milano - Vigevano

variante d’Abbiategrasso e la costruzione della Stazione a Porta Ticinese. Questa conclusione grazie anche all’intervento di tutti i privati coinvolti nell’impresa che si erano rifiutati di sottoscrivere le azioni se la nuova stazione non venisse ubicata fuori dalla cinta daziaria di Porta Ticinese, com’era, per ovvi motivi, nel loro interesse. Al Comune di Milano non rimase che accettare e dare disposizioni per il luogo della costruzione della medesima e per individuare un’area poco distante abbastanza

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