G.B. GARBERINI - Pittore

nell'I.R. Accademia di Belle Arti in Milano, ove era ospiziato dal professor Giuseppe Colombo d'Ivrea; 3. Che tuttavia i migliori e veri protettori del Garberini furono, 1° il sig. cav. Domenico Prsani che Lo ospiziò assai tempi in casa sua in Vigevano, il quale inoltre per due volte lo provvide di abiti e di biancheria in compenso di lavori fattigli; 2° il prefato sig. professore Colombo, che usogli ogni sorta di amorevolezza, e che procurò di ammaestrarlo nelle belle lettere, incaricandosi d'impiegare il denaro dato al suo ospite nella provvista di quegli oggetti di cui abbisognava. 4. Che ignoro a quale somma ammontasse la pensione annua conceduta al Garberini (la quale però non poteva essere considerevole, se è vero che ciascun sozio non pagasse che L. 5 al mese), ma so che il primo mantello ch'egli indossò, lo ebbe per un affresco fatto per un negoziante in Vigevano; 5. Che effettivamente la pensione non doveva essere di gran momento, perché il Garberini mandava ogni anno in Vigevano qualche lavoro, onde essere messo in lotto, il di cui provento suppliva in parte alla scarsezza della pensione; 6. Che questo artista è degno di encomio, non avendo mai sprecato a mal modo il denaro che gli si dava, ma trovava maniera di soccorrere anche sua madre, per cui mostrò sempre un affetto grandissimo, dolendogli poi che le sue strettezze non gli abbiano finora permesso di stabilire la sorte di una virtuosa ed avvenente sorella; 7. Che egli non ebbe mai in Milano relazioni con cospicui personaggi ma solo coltivò quelle dei professori, sotto cui compì il suo tirocinio, i quali sempre lo hanno prediletto per la sua infaticabile applicazione; 8. Che è singolare la pretesa che il sig. Boldrini mette in campo in nome dei Vigevanesi, cioè che il Garberini continui a studiare e non cominci a guadagnare ; nulladimeno osservò abbondevolmente, che il Garberini deve avere 23 anni d'età, e che Raffaello, figlio di un padre assai benestante aveva condotto a termino a 21 anni per ordinazione della famiglia Albrizzini di Città di Castello, lo Sposalizio della Madonna, che ammirasi in Brera. Si al Sanzio, che a tanti altri valenti pittori non mancarono ne; primi passi della loro carriera mecenati parlanti e paganti, ma la storia non ci ricorda il nome di alcuno di essi, che abbia loro vietato di guadagnare se potevano coglierne l'occasione. Beati sono anzi, a mio avviso, quegli artisti che rinvengono specialmente ai tempi nostri apprezzatori c pagatori del loro merito; 9. Che ciò che il sig. Boldrini asserì, sull'obbligo che ha il Garberini di chiedere la permissione ai Vigevanesi, prima di accettare l'incarico in qualche lavoro, è in manifesta contraddizione con quello che il sig. avv. Albini ha posto in bocca ad uno de' suoi interlocutori nel Dialogo seguito in un caffè di Novara , cioè che i Vigevanesi non credono d’aver diritto di vincolare La liberta del giovane pittore, col proibirgli di accettare le commissioni che il suo merito gli procura per esercitarsi nell'arte, ed anche per procacciarsi un onorato guadagno . Ora io mi fo lecito di domandare per ischerzo, chi ha detto il vero, il sig. Giureconsulto o il sig. Interveniente? Entrambi, dovrebbero saperlo; comunque sia lì consiglio a mettersi un'altra volta d'accordo prima di assumere la difesa di una causa dubbia, altrimenti che non riderebbe di siffatti patrocinatori? 10. Che sarebbe veramente strano, come dichiara il sig. Boldrini, che i Vigevanesi volessero che il sig. Garberini non accettasse veruna commissione, se non previo il loro consentimento, ma io so che questo artefice altrettanto apprezzabile pel suo raro ingegno, quanto per le eccellenti doti dell’animo, solo non intraprende mai nulla, e nulla mai accetta senza prima essersi mai consultato col sig. Cav. Pisani, ch’egli ama e venera come suo secondo genitore. Per il che non credo, che il sig. avv. Carlo Negroni, amico intrinseco del Garberini, siasi rivolto ai suoi cittadini prima di trattare in nome di questo pittore coll’avv. Seletti per l’esecuzione delle due medaglie a fresco in casa di questo. Ne penso che il Seletti, abbia voluto approfittare in suo vantaggio della condizione del Garberini, ma se questi, a malgrado dei reiterati rifiuti del Seletti, volle mostrarsi grato verso lui coll’eseguimento gratuito di altri otto quadrettini, cioè quattro a chiaroscuro e quattro a fresco, e di un fanciullino pure a fresco, tale tratto e vieppiù una guarentigia, che il committente delle due medaglie soddisfatto nel modo più appagante. Sì nobile gara ed un elogio per entrambi;

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