G.B. GARBERINI - Pittore
ma anche i giornali vi s'immischino, facciano le loro chiose e vi dicano in faccia a tutti, che dovevate, o dovete fare così sotto pena della loro indignazione. I benefattori del bravo Garberini continuano ad aver cura di lui, come per lo addietro, né credono di aver obbligo di dire al sig. Ferrero o di pubblicare sui giornali, cio che fanno e faranno a vantaggio di lui. Eransi forse obbligati col sig. Ferrero di mandarlo a Roma per le poste subito dopo ch'ebbe ottenuto il premio dell'Accademia Lombarda? Intanto essi non credono di aver diritto dr vincolare la libertà del giovane pittore col proibirgli di accettare le commissioni che il suo merito gli procura per esercitarsi nell'arte sua ed anche per procacciarsi, se volete, un onorato guadagno. Vig. Che cosa volete ch'ei risponda? Massime che troppo egli sarebbe grave l'essere forse tratto in una polemica, che non avrebbe utilità di sorta. L'avv. Albini nel suo articolo inserito nel n'40 del Messaggiere dello scorso anno non aveva inteso di assumersi il patrocinio di nessuno, che non era il caso: ma unicamente di rettificare un errore di fatto, in cui erasi lasciato indurre la credulità del sig. Ferrero. Egli non aveva parlato nè di Roma, nè di Napoli, molto meno erasi reso mallevadore di alcuno. Ha narrato semplicemente un fatto che torna ad onore di parecchi de' suoi concittadini, e nulla più. Tuttavolta un'osservazione si porrebbe fare al sig. Ferrero, cioè: se egli era animato da zelo sincero pel vantaggio del sig. GarberinL, doveva usare ben diverso modo di scrivere di quello che tenne, il quale è acconcio a tutt'altro che ad eccitare la beneficienza altrui: se poi il suo scopo era di satirizzare e di censurare, bisognava alme prima assicurarsi bene della verità dei fatti, sui quali voleva appoggiare la sua satira e le sue censure. Ché ogni uomo assennato od almeno imparziale gli si può dire con ragione che se fu zelo è inutile e fuori di proposito, se censura, è senza fondamento e senza ragione. Rispondo laconicamente al premesso articolo col dichiarare: 1. Che pensando, allorché scriveva l'articolo inserito nel n°32, più a Vigevano che a Novara, non è da sorprendere che nella fretta, in cui scrissi, mi sia sgocciolato dalla penna piuttosto il nome di quella prima città che della seconda; del resto siffatto sbaglio nulla nuoce all'essenza della questione; 2. Che non fa d'uopo di essere avvocato per comprendere il vero, schietto e legittimo senso del verbo ospiziare, che vale alloggiare ed anche esercitare l'ospitalità, epperciò di persuadersi, che l'ospitalità punto non umilia quello che la riceve, ma onora egualmente questo e quello che l'accorda. L'aneddoto di Bauci e di Filemone, i quali accolsero nella loro capanna Giove e Mercurio è solo bastevole per provare, quanto ab antico sia sacra cotale usanza! 3. Che certamente il sig. avv. Selletti, ottimo di cuore, come mi fu dipinto da un suo concittadino, non ha inteso di umiliar il Garberini coll'allogargli i due affreschi, ma in conclusione lo ha soccorso, poiché essendo questi povero gli offrì così un mezzo di guadagno, di maggiormente distinguersi, e rendere più manifesta la sua valentia; 4. Che sapeva, anche prima mel dicesse il mio avversario, essere stato commesso dal consorzio dei falegnami di Novara un affresco, ed inoltre un quadro a olio, i quali debbono ornare la loro cappella di San Pietro in Rosario: locché in sostanza ridonda tutto a merito dei Novaresi e non dei Vigevanesi, tanto più che si è solo dopoché il Garberini ebbe eseguito le dipinture in casa del signor avv. Selletti con pienissima sua soddisfazione, che furongli commessi tali nuovi lavori; 5. Che io so di certa scienza, che i Vigevanesi mantennero sempre magramente il Garberini, né mi ritratterò, fintantoché non mi si addurranno prove personali e numeriche e fatti sonanti, cioè non mi si dimostrerà col nome e numero delle persone e delle somme da loro pagate, che io fui corrivo a credere ed o pubblicare ciancie : questo è il cardine della questione; il rimanente, checché ne dica il sig. avvocato Albini, è vox, vox, praetereaque nihil ; 6. Sapere ch'era intenzione dei Vigevanesi, che il Garberini andasse a perfezionarsi in Roma, ma non volendo sostenerne la spesa, bramavano che per altra via conseguisse questo favore; P.L. A LBANI N OTA RESPONSIVA
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