G.B. GARBERINI - Pittore
genere, lo fa nei modi dell'Accademia, del tutto estraneo alle novità formali e contenutistiche del realismo allora emergente. A una concezione classica dell'arte, tuttavia, il Garberini sa infondere una vibrazione personalissima, quella stessa che dà spicco alla sua fisionomia di artista appartato, legato intimamente alla sua terra e alle sue tradizioni, a dispetto di ogni progresso storico e artistico. La stessa perfezione formale e 1e analoghe prerogative di piacevolezza rinveniamo nei dipinti La maschera , proveniente da casa De Benedetti, e Fanciulli con ghirlanda di fiori . All'atmosfera bigia della Pastorella , ingenerata dal paesaggio invernale nebbioso e a tratti innevato, quest'ultimo dipinto contrappone la luminosità della luce tardo primaverile che investe il paesaggio verdeggiante e le due sorridenti figure di fanciulli. I rapporti tra Garberini e la famiglia De Benedetti furono continui, poiché a questo primo nucleo di opere, seguirono certamente altri lavori ed in ultimo quelli commissionati dal figlio di Carlo, Augusto, e di cui si ha menzione in una lettera del 17 Ottobre 1882. Gli anni sessanta furono caratterizzati da un'intensa attività artistlca, poiché il Garberrni fu operoso su due fronti, quello pittorico e quello scultoreo. La sua abilità di frescante si manifesto ne1la be1la Crocifissione della Chiesa di San Francesco, per la quale il dott. Bassi indica il 1866 quale data di esecuzione; opera questa, contemporanea alla decorazione della volta del presbiterio della stessa chiesa, con le raffigurazioni dl San Ludovico Re di Francia, San Bonaventura Cardinale, Sant'Antonio da Padova e San Bernardo da Siena, inseriti nella decorazione a motivi neogotici, ideata dall'architetto Cavallasca. La Gloria di San Francesco , che copre l'archivolto sopra l'altare maggiore, conclude il ciclo di affreschi della bella Chiesa Prepositurale. La tematica sacra, tuttavia, è privilegiata in questi anni anche nei dipinti ad olio, come attestano la bella Maddalena , datata 1869, e il grande quadro del Buon Pastore , conservato nella Chiesa di San Francesco. Il dipinto raffigurante Vecchio che studia , attualmente all'Istituto Roncalli, importante non tanto per qualità artistica (difficilmente giudicabile a causa delle pessime condizioni della tela), quanto per valore storico.
Donato dal pittore alla Società di Industria e Belle Arti nel 1868, meritò all'artista i ringraziamenti tra gli altri del cav. Pisani e di Antonio Cagnoni e ciò fa supporre logicamente un primo passo verso la commissione dei bei velari del teatro cittadino. 74 Sono tuttavia ancora una volta i ritratti le opere artisticamente più significative di questa fase dell'attività di Giovan Battista, che nel 1867 eseguiva le effigi dei Coniugi Vandone, suoi antichi benefattori. Particolarmente riuscito il Ritratto del notaio Andrea Vandone , con la figura del nobile che campeggia sullo sfondo bruno, nel suo elegante abito nero conforme alta dignità del suo ufficio. Efficace la resa dell’incarnato del volto, così puntualmente individuato nella esatta fisionomia; le mani tondette e elegantemente atteggiate sono talmente caratteristiche del pittore da costituire, se fosse necessario, garanzia di paternità più valida di una firma. A questo momento dell’attività di Garberini, sembra appartenere anche il grande Ritratto della famiglia Campari , lavoro tra i più impegnativi del vigevanese, che qui si misura non in una singola effige, ma in una raffigurazione di gruppo della nota famiglia si Cassolnovo. Ma gli anni sessanta furono soprattutto fecondi per l'attività scultorea. Il 13 febbraio 1864 Garberini riceveva la commissione per i1 Monumento Albini , la più antica prova pervenutaci dello scalpello del vigevanese, dal momento che i due busti di Carlo Albetro e di Vittorio Emanuele, sono attualmente introvabili. In quella data, infatti, il Consiglio Comunale, composto tra g1i altri dal Sindaco Carlo De Benedetti, da Giovan Battista Negrone, dal cav. Pro Scotti, dall'avvocato Luigi Ferrari Trecate, da Vito Roncalli, deliberava di preferire il Garberini all'altro concorrente presentatosi, il cav. Albertoni, e sceglieva, dei progetti sottoposti a giudizio, quello “rappresentante il busto dell’illustre estinto con al lato sinistro una statuetta di un piccolo genio” 75 . lnsigne giurista, nativo di Vigevano, Pier Luigi Albini era stato uno dei primi sostenitori del giovane Giovan Battista, per quanto il suo nome, relativamente a Garberini, sia connesso principalmente alla polemica sorta su1le pagine del Messaggiere Torinese. In quella circostanza, senza togliere fiducia al promettente artista, aveva infatti preso le parti dei suoi concittadini, accusati
74 La lettera del 24 ottobre 1868 (Vigevano Archivio Storico dell’Ospedale Civile)
75 Copia della delibera del Consiglio Comunale (Vigevano, Archivio Storico dell’Ospedale Civile)
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