G.B. GARBERINI - Pittore

Nella quarta Cappella sinistra della Cattedrale sono visibili, per quanto deperiti, i due affreschi ispirati alla vita di S. Giovanni Battista, l'uno raffigurante La decollazione , l'altro il Battista davanti a Erode . Il tutto entro gli stucchi e le decorazioni del vigevanese Marcello Ferrari. Il dott. Bassi suggerisce il 1858 quale anno di esecuzione della lunetta ad affresco situata nel transetto della Cattedrale e raffigurante Gesù in casa del fariseo , opera più vigorosa sia dal punto di vista compositivo che cromatico. Fu il buon esito dei lavori eseguiti nella Cattedrale che indusse la Commissione amministratrice per gli Istituti Pii di Vigevano ad affidare al Garberini la commissione di un ritratto ad olio di Re Vittorio Emanuele Il. Sulla scia degli entusiasmi suscitati dalla vittoria piemontese nella Prima Guerra d'Indipendenza, Giovan Battista Negrone, delegato al patrimonio dei Pii Istituti, aveva espresso il desiderio di decorare la sala della commissione di detta amministrazione, con l’effige di Re Vittorio Emanuele “più padre che sovrano degli avventurosi suoi popoli – si legge nella lettera d’incarico inviata al pittore – il quale, primo propugnatore dell’Indipendenza Italiana, è il degno erede al trono del magnanimo Re Carlo Alberto suo genitore” 69 . Portavoce di questa deliberazione è ancora una volta il cavalier Pisani, cui non fu estranea certamente la proposta di affidare il lavoro proprio al suo protetto Garberini. Quest'opera del vigevanese è attualmente dispersa, così come lo sono i due busti di analogo soggetto, eseguiti per il Comune di Vigevano tra il 1862 e il 1863, il 21 Agosto 1562 il Sindaco della città ringraziava il pittore per il graditissimo dono di un busto in marmo del "Re Galantuomo” e, allo stesso tempo, lo investiva dell’incarico di realizzare nello stesso materiale l'effigie di Re Cario Alberto 70 . Il 20 Giugno successivo, il nuovo sindaco De Benedetti esprimeva la soddisfazione della cittadinanza per la riuscita del1a seconda opera, per la quale il Garberini ottenne ii compenso di milletrecento lire. 71 Collocati nel1a grande Aula Municipa1e, e colà ancora al tempo del Biffignandi, dei due busti si sono attualmente perdute 1e tracce. Frattanto, 69 La lettera che porta la firma del Pisani, quale presidente di detta Commissione Amministratrice, è datata 5 dicembre 1859 (Vigevano, Archivio Storico dell’Ospedale Civile) 70 La lettera, firmata dal Sindaco Ferrari Trecate, è datata 21 agosto 1862 (Vigevano, Archivio Storico dell’Ospedale Civile) 71 La lettera si trova tra le Carte Garberini (Archivio Storico dell’Ospedale Civile)

nel venivano caratterizzando la vita dell'artista da un lato, oltre alle numerose commissioni pubbliche e private (Garberini partecipa anche all'Esposizione Nazionale di Firenze del 1861 con il quadro Cristo tentato da Satana 72 , l’incarico di Maestro di disegno presso il Collegio Saporiti; dall'altro la tragica prematura scomparsa della sua benefattrice Adelaide Cornaggia Medici, consorte del cavalier Pisani, avvenuta il 14 Febbraio. Le lettere di Antonietta Cornaggia Bon 73 , sorella della defunta, sono attestazioni di profonda riconoscenza verso il Garberini, che evidentemente colpito dall'avvenimento nel profondo dei suoi sentimenti, aveva inteso commemorare la nobildonna, moltiplicandone l'effigie e destinandola ai diversi familiari. Ma il 1861 sarà anche l’inizio dei lavori per l'allora Sindaco Carlo De Benedetti, già effigiato nel menzionato ritratto e all'epoca committente del Garberini di una serie di opere destinate ad abbellire la sua dimora sita nell'attuale Via della Repubblica. Il raffinato bozzetto a tempera relativo al soffitto del salone al secondo piano di casa De Benedetti reca infatti la data 1863, relativa a questa prima idea della decorazione, destinata in definitiva a svolgersi entro le riquadrature appositamente create dall'architetto Cavallasca di Cassolnuovo. Il terna della raffigurazione, quale appare in questa prima prova, è l'allegoria del giorno : l'Aurora offre i fiori al Mezzogiorno, che nelle avvenenti forme di una divinità femminile, se ne serve per scacciare la Notte; quest'ultima figura, orribile nell'aspetto, si contorce e geme, abbagliata dalla chiarita del giorno che avanza, contro il quale invano protende la fiaccola accesa. Proviene da casa De Benedetti anche la deliziosa Pastorella , intenta a scaldarsi presso un fuocherello di fortuna, attizzato per mitigare i rigori invernali cui è costretta e esporsi per condurre le pecorelle al pascolo: è evidente, allusa dal soggetto, la finalità di questa pittura, destinata infatti a decorare il paracamino di una delle sale di quel palazzo. Si tratta di una pittura non nuova nelle forme, né tantomeno nel contenuto; poiché anche quando Garberini affronta il soggetto di 1861, altri avvenimenti 72 Crt. Catalogo Illustrativo delle opere di pittura ecc. ammesse alla prima esposizione italiana del 1861 in Firenze, Firenze 1861, pag. 59, n° 871. Il dipinto è segnato con il prezzo di 800 lire. 73 Entrambe le lettere sono tra le Carte Garberini, Vigevano, Archivio Storico dell’Ospedale Civile (Vedasi ANNEX 3 )

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