G.B. GARBERINI - Pittore
dell'Accademia di Brera) 64 raffigura il cruento episodio svoltosi nei pressi di Vigevano, sui campi della Sforzesca, tra i Piemontesi accorsi in aiuto dei patrioti di Milano e gli Austriaci, che dalla città del Lombardo Veneto li respingevano fino alle porte di Novara. Diversamente da quanto affermato nella iscrizione preposta al dipinto, non si trattò di un combattimento vittorioso per i Piemontesi ma di un eroico sforzo di contrastare il nemico, che due giorni più tardi, riuscendo vincitore a Novara, avrebbe portato con l'armistizio di Vignale a1la nota conclusione del conflitto. Quali modelli iconografici avesse presenti il Garberini è difficile stabilirlo. Certamente egli non trovò per questo episodio di storia contemporanea alcun riferimento nei modelli lombardi tradizionalmente preferiti. Il pittore guardo infatti a Torino, dove nel genere figurativo militare era felicemente operoso, tra gli altri, Felice Cerruti Bauduc 65 , illustratore della campagna del 1948 - 49). Tuttavia il Garberini sa riscattare i risultati un poco freddi del torinese, per il più intenso vigore compositivo e di phatos che deriva dalla consapevolezza di essere stato presente sulla sua terra ad un avvenimento storico di importanza nazionale. Ne deriva anche una maggiore precisazione topografica, rispetto, ad esempio, alla raffigurazione realizzata dal disegnatore Grimaldi per l’incisore Bayot. Garberini, tuttavia, non si cimentò più in questo genere di tematica, poiché il dipinto denominato Interno del Castello di Vigevano appartiene, nonostante la presenza di militari in manovra, al genere vedutistico-prospettico e costituisce per suo conto una rarità all’interno del corpus del vigevanese. Questo quadro, o uno identico per soggetto, apparteneva alla collezione del cavalier Pisani 66 , mecenate tra i più generosi nei meriti del Garberini, il quale, dal canto suo, per quanto tutt'altro che ricco, provvedeva a offrire i suoi dipinti a esposizioni locali, realizzate a scopo di beneficienza. Nella menzionata lettera del Comitato di Alessandria, si allude infatti ad un dipinto precedentemente offerto dal pittore per la “Lotteria di Vigevano”, fatto questo che doveva ripetersi annualmente, distogliendo forse il 65 Felice Cerruti Bauduc (Torino 1818-1896) ammiratore dell’arte di Gros, fu noto pittore di battaglie. Partecipò alla campagna del 1848 – 1849, entrando in qualità di ufficiale di ordinanza del Duca di Genova nella quarta divisione dell’esercito inviata alle frontiere lombarde. L’esperienza di combattente nella Seconda Guerra d’Indipendenza ne fece l’illustratore per eccellenza degli episodi più significativi di quella campagna bellica. 66 Cfr . CANTELLA–MAGRASSI-FABIAN op. Cit. pag. 67
notabili vigevanesi raffigurati da Garberini, fa parte anche Carlo De Benedetti , avvocato, sindaco della città negli anni 1861-64, committente generoso del nostro pittore. Rispetto al gran numero delle opere commissionate dal De Benedetti che appartengono ad epoca più avanzata e prossima alla carica pubblica che rivestì, questo bel ritratto sembra cronologicamente antecedente (gli attuali proprietari suggeriscono addirittura la data 1848). Il notabile vigevanese è raffigurato seduto alla sua scrivania, in elegante abito scuro, adornato della Croce dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro; il volto asciutto e profilato è contornato da lunghi favoriti neri; a sinistra sul piano della scrivania sono appoggiati un prezioso calamaio in smalto di Limoges e il Codice che allude alla professione del ritratto, mentre una leggera e diffusa luce olivastra pervade il dipinto. Nel 1851 Garberini partecipava all'esposizione di Alessandria con un dipinto di soggetto militare. In una lettera di ringraziamento Indirizzata al pittore dal Comitato promotore dell'iniziativa, si afferma, relativamente al dipinto, che esso ricordava quel giorno tremendo in cui la forza costringeva i più prediletti figli d'Italia ad abbandonare la bella Milano, che veniva occupata dallo straniero. Questo quadro - si legge ancora - che rappresenta il più importante fatto storico dell'ultima Guerra, dipinto dalla di Lei mano maestra da Lei che ha anima e cuore italiano, sarà di sommo aggradimento al pubblico e di non poca beneficienza alla grande famiglia degli esuli, e ricorderà un episodio unico dopo il tremendo fato di Barbarossa (...). 63 Il dipinto di Alessandria, attualmente disperso, non fu un unicum nella produzione del Garberini, poiché per quanto il vigevanese si dedicasse assai raramente alla tematica storico-militare, si riferisce ad un episodio della guerra austro piemontese del '49 anche il dipinto eseguito l'anno successivo per commissione del Marchese Apollinare Rocca Saporiti. La Battaglia della Sforzesca, 22 marzo 1849 (questo è il titolo con il quale il dipinto fu presentato alcuni anni dopo ad una esposizione 63 La lettera è conservata tra le Carte Grarberini (Vigevano, Archivio storico dell’Ospedale Civile) 64 Cfr. Esposizione delle opere delle Belle Arti nelle Gallerie del Palazzo Nazionale di Brera per l’anno 1859 , pag. 67 n° 451. Nel 1886 il dipinto veniva restaurato dallo stesso Garberini (vedi in proposito la lettera dell’amministrazione del Marchese al pittore, inerente il pagamento di 150 lire per quel lavoro).
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