G.B. GARBERINI - Pittore

figura in veste monacale; ma anche l'episodio storico di cui si glorificò il suo pontificato, ossia la sconfitta dei Turchi a Lepanto nel 1571, simboleggiata dal soldato barbuto in secondo piano. Già in questi anni, dunque, le commissioni da parte di notabili, vigevanesi e non, venivano assorbendo quasi completamente le energie di Garberini, distogliendolo dalla pratica poco gratificante delle annuali partecipazioni a pubbliche mostre. Il primo ritratto sicuramente databile del maestro è, infatti, del 1844 e raffigura l'ufficiale sanitario Ignazio De Previde Massara . La data in realtà, quale appare nella lunga iscrizione a tergo (dove compare anche il nome di Delfina Sassi quale committente), si riferisce alla morte del settantenne protomedico, ma trattandosi di un'immagine commemorativa, è facile credere che fosse eseguita in quella circostanza. L'estrema semplicità della composizione, non priva di una certa imperizia nella disposizione in profondità del busto, è analoga a quella del più piccolo e grazioso Ritratto di Giovane Signora , proveniente da Casa Molinari, opera di lieve ispirazione hayeziana. L'influenza del maestro veneziano è ancora più evidente nei successivi Ritratti dei Coniugi Gusberti , caratterizzati entro i limiti netti e definiti del segno, da una stesura tersa e levigata della materia, che conferisce, particolarmente all’immagine di Emilia Gusberti, una intonazione vagamente ingresiana. La distanza stilistica dalle prime prove ritrattistiche, già evidente con i ritratti Gusberti, si accentua notevolmente nelle due grandi tele raffiguranti i Coniugi Pisani . Eppure, per una maturazione artistica così clamorosa, non si possono supporre che pochissimi anni, dal momento che la datazione più probabile per questi ultimi dipinti è la metà degli anni quaranta o poco oltre. L'esecuzione dei due ritratti è probabilmente da mettere in relazione con le cariche pubbliche rivestite a quell'epoca dal Pisani, che nel 1844-45 fu anche Sindaco di Vigevano. È facile indovinare con quale 54 Domenico Pisani nacque a Vigevano ne1800 da Giovan Battisra e da Maria Monti. Cavaliere della Corona d'Italia ed Ufficiale Mauriziano aveva sposato donna Adelaide Cornaggia, figlia del Marchese Carlo Cornaggia Medici di Milano. Ricoprì importanti cariche pubbliche in Vigevano, essendo Sindaco della città nel 1844 e nel 1845; fu presidente della Commissione Amministratrice per gli Istituii Pii e membro della Società di Industria e Belle Arti. Morì il 9 marzo 1872,

entusiasmo e senso di gratitudine, Garberini si accingesse alla realizzazione delle effigi dei suoi benefattori, di coloro che non soltanto avevano provveduto alla sua formazione di artista, ma ancora lo colmavano di commissioni. Il riferimento all'opera di Haryez è palese, ne potrebbe essere diversamente, dal momento che Garberini aveva vissuto a Milano proprio negli anni della massima affermazione del veneziano come ritrattista. Ben più confacente all’indole riservata e schiva di Giovan Battista, risultava la concezione interiorizzata e misurata della ritrattistica di Hayez, rispetto a quella brillante e sfarzosa di un Giuseppe Molteni. Garberini deriva dal veneziano una impostazione dell'immagine meditatamente essenziale, che niente concede al ritratto “istoriato” di Molteni, lusingato di ridondanti particolari scenici. Il Cavalier Pisani è raffigurato seduto su una imponente poltrona di raso verde listato di piccoli fiori rossi; la sua nota fisionomia, rivela nei capelli ancora scuri, un'età media di quarant'anni, mentre il suo sguardo fiero, rivolto frontalmente, cerca in un ideale punto di incontro, quello dell'amata consorte, la cui effigie realizzata da Garberini era originariamente collocata alla sinistra del presente dipinto. Priva di qualsiasi tendenza idealizzante, l'immagine ispira, derivandolo dal solo meditato gioco di equilibri compositivi, in senso di aulicità conforme all’importanza storica e alla umanità del personaggio. 54 Analogo per impianto, il Ritratto di Adelaide Cornaggia Medici appare un poco più articolato, per la presenza, sulla destra, del raffinato ensemble di oggetti, tra i quali, i bellissimi fiori sono un chiaro omaggio alla gentilezza d'animo e alla sensibilità umanistica della nobildonna; il pallido sembiante di Adelaide, segnato da tragici lutti familiari (la prematura scomparsa dei tre figli), è sintomatico di un fisico gracile, destinato ben presto a soccombere a causa di una fatale malattia. Frattanto, nel 1846, Garberini prenderà parte all'Esposizione dell'Accademia di Brera, presentando un solo dipinto, elencato al n° 47 del lasciando erede il Garberini della somma di quattromila lire. Uomo colto e amante delle arti provvide ad istituire una borsa di studio quinquennale da assegnarsi a un giovane vigevanese povero che manifestasse una certa predisposizione alle belle arti, affinché potesse recarsi a studiare presso l'Accademia di Brera. Negli anni successivi, il Garberini avrebbe fatto sempre parte della Commissione per l'assegnazione della borsa di studio. Simile provvedimento fu voluto anche per i giovani talenti musicali. (Cfr. CANTELLA, MAGRASSI, FABIAN, op. cit. p. 67)

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