G.B. GARBERINI - Pittore

Commissione di Antonio Vieca, e destinato ad “esser collocato in una volta”, il dipinto è attualmente disperso. Si ispirava evidentemente alla celebre favola di Amore e Psiche, quando la giovane, la cui divina bellezza aveva suscitato la gelosia di Venere, viene abbandonata su un'alta rupe e, promessa in sposa su consiglio dell'oracolo di Mileto a un tale di cui si diceva tremassero il cielo e la terra e l’inferno, è sollevata da terra dal dolce Zefiro, consolata sul suo destino e condotta, ignara, al dolce amplesso di Cupido. Altra opera di soggetto mitologico, certamente un dipinto ad olio, è elencata al n° 320 del catalogo con il titolo Borea, vedendo la ninfa Orizia caduta sul ghiaccio, se ne innamora , e la precisazione trattarsi di commissione del sig. Marchese Branciforte Inviziati. Il tema si ispirava al mito di Orizia, figlia del re ateniese Eritteo, rapita dal vento del nord mentre stava giocando in riva dell'Ilisso. Per quanto perduti, tali dipinti sono di straordinaria importanza, in quanto testimoniano dell'esistenza di un altrimenti sconosciuto “filone mitologico” della produzione di Garberini. Questo aspetto dell'attività del vigevanese, alla luce degli studi attuali, sembra appartenere quasi esclusivamente alla fase giovanile del pittore, reduce dagli studi accademici e pertanto sensibile, si deve credere, a soluzioni tematiche e formali ancora sabatelliane. Successivamente Giovan Battista avrebbe prediletto il soggetto sacro, per quanto già all'esposizione braidense del 1844 figurasse al n° 321 con una allegoria della Religione , commissionatagli da certo Angelo Casalini e destinata a decorare una volta. Di datazione incerta, ma certamente opera giovanile, è la bella Pala di S. Pio V , che orna l'omonimo altare della Chiesa di San Pietro Martire. Fu commissionata al Garberini dal sacerdote Giuseppe Robecchi, parroco della Chiesa. 52 Per quanto ben architettata, la composizione utilizza elementi tipologici e soluzioni formali eterogenee, quali il giovanissimo 52 Don Giuseppe Robecchi fu uno dei primi importanti committenti di Garberini. Nato a Gambolò nel 1805, fu prevosto della Parrocchia di San Cristoforo in San Pietro Martire per diciotto anni, dal 1831 al 1849. Zelante Sacerdote, unì all’apostolato parrocchiale un tenace apostolato politico e patriottico. Presidente del Gabinetto Letterario di Vigevano, partecipò col

pittore poteva trarre dal suo ampio repertorio scolastico di fresca memoria. Ecco quindi il Garberini avvalersi di elementi compositivi di ascendenza tardomanieristica, come il guerriero sulla destra avvolto nel tizianesco manto rosso; in primissimo piano, sulla sinistra, fa da quinta un nudo semi coricato, visto di spalle, idealmente collegabile alle carraccesche figure “da affittare” come era definito da Annibale Carracci questo genere di soluzioni figurative, tirate fuori al momento buono per colmare i vuoti (nel caso del Garberini, si trattava dr bilanciare una composizione troppo spostata sulla destra). La scelta di teste al centro, in primo piano, rivela invece, nella purezza delle linee espressive, la discendenza delle complesse composizioni di Hayez. Tali incertezze stilistiche, che penalizzano ovviamente la qualità artistica dell’opera, rivelando la mano di un promettente ma ancora inesperto esecutore, inducono ad una datazione del dipinto intorno al 1840, quando il Garberini, non ancora ultimati gli studi di Milano, offriva ai suoi concittadini offriva un’interessante opera significativa del suo giovane ingegno. Il problema della datazione della Pala di San Pio V è legato inoltre alla creazione dell'altare con il nome del santo pontefice; infatti, originariamente, questa cappella era dedicata a Santo Stefano, e soltanto in epoca successiva, in un momento imprecisato da mettersi forse in relazione con il restauro della Chiesa avvenuto nel 1839-40, fu intitolato a San Pio V. Il tema del dipinto è ispirato alla vita di Antonio Ghisleri, vissuto tra il 1504 e 111574, domenicano con il nome di padre Michele, nel Convento dell'Ordine a Vigevano e nel 1566 Santo Pontefice. 11 soggetto - commentava un giornale del tempo “è tratto dai patrizi fasti di San Pio V che dal soglio pontificio fa dono ai deputati decurioni di Vigevano di due piazze gratuite per gli studi a pro dei poveri concittadini di belle speranze” 53 Gli altri aspetti e avvenimenti della vita di Pio V, privilegiati dal Garberini, sono l'appartenenza del Santo all'Ordine domenicano, alluso dalla Ministero di Sacerdote ella battaglia della Sforzesca ed alla Resistenza di Casale. Deputato al Parlamento Subalpino dal 1849 al 1865, fu nominato Senatore del Regno e fu il Primo Presidente del Consiglio Provinciale di Pavia. Morì il 19 giugno 1874. 53 Cfr. S. BOLDRINI, op. cit.

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