G.B. GARBERINI - Pittore

catalogo, e definito quadro a olio rappresentante due ragazze sorprese in un'aperta campagna dal temporale. 55 Il fatto è significativo sia perché permette di segnalare un dipinto attualmente disperso (per di più uno dei rari soggetti di genere), sia perché si tratta di una delle ultime apparizioni pubbliche di Garberini a Milano. Il pittore, infatti, comparirà e per l'ultima volta nel'59, con il grande dipinto della Battaglia della Sforzesca . Nella primavera del 1346, tuttavia, il vigevanese è presente all'Esposizione di Torino e in una interessante rassegna della mostra, comparsa sul Messaggiere Torinese, gli vengono rivolte lusinghiere parole: (...) Giovan Battista Garberini, da Vigevano, giovane di ferace ingegno, che fu, due o tre anni or sono, vincitore del gran premio di pittura nell'Accademia milanese, ove studiò, palesa buon gusto, nella composizione e nel colorito. Quantunque mi si dica potersi aspettare da lui molto di più, tuttavia la sua Giovinetta scampata colla sorella da un incendio è piena di sentimento, e ci dà a divedere esser egli dotato di squisita tempera d'animo. E ce lo dimostra vieppiù la piccola tela in cui rappresentò una madre che sparge fiori sulla tomba della sua figliuola. Una croce, un cielo oscuro con un raggio di luna, una donna bianco-vestita, un funebre convoglio che si perde in lontananza nel fitto della notte, ecco tutto, ma in poche tinte quanta poesia! Non è la disperazione, non il dolore il quale si sfoga in grida e in pianto, ch’egli volle esprimere in quella sventurata, è il dolore profondo che abbatte, ma sublima l’anima, il dolore rassegnato che più ci fa sentire che mai sia la vita! 56 Le commissioni vigevanesi del resto impegnavano sempre più Garberini in patria. A quello stesso 1846 risalirebbe 1'esecuzione di un grande affresco nella Chiesa di San Pietro Martire. Ne dava dettagliata notizia il Boldrini 57 , sempre sulle pagine del “Messaggiere Torinese”: «Può oramai, e senza esitanza, proclamarsi che la Chiesa di S. Pietro Martire in Vigevano, sia per il nostro concittadino Garberini una nobile palestra in cui egli va esercitandosi, della qual cosa dobbiamo 55 Cfr. Esposizione delle Opere di Belle Arti nelle Gallerie dell’I.R. Accademia per l’anno 1846, Milano, 1847, p. 15, n° 87. 56 Cfr. GABRIO SPINOLI, Viaggio in Zig-Zag all’Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti - Lettera ad un amico, in “ Il Messaggiere Torinese, anno XIV, n° 2, Torino, 23 maggio 1846. 57 Stefano Boldrini, nato a Vigevano l'11 settembre 1810 da Giuseppe avvocato e da Rosa Ferrari, studiò giurisprudenza ed esercitò la

saper grato al Proposto don Giu. Robecchi, che, pensatore di ogni bella opera, di costante proposito tolse a decorare quell'antico tempio con dovizie d'ogni ornamento per vero amore a Dio ed alla patria. E difatti il Garberini in breve spazio di tempo vi dipinse la Madonna del Parto: questo affresco presentasi sulla parete di fronte alla porta d'ingresso dal lato di levante. Sta l'amorosa madre di Dio assisa su di semplice basamento, con in grembo il divino infante dormiente, e con al fianco sinistro un angiolo, che rispettoso alla quiete del bambino, fa invito ai devoti, con l'indice sulle labbra di accostarsi silenziosi. La compostezza del volto di Maria Vergine che, coperta dall'azzurro manto, chinate le pupille, sta assorta in santi pensieri, contemplando il vezzoso bimbo, il cui capo le posa leggermente sull'omero destro, infonde in chi la mira un'aria di piacevole tranquillità, e l'animo si sente inclinato a pregare e sommessamente pregare, sentimento che bene risponde al pensiero del bravo Garberini che di meglio al certo non potea ideare, né recare ad effetto. Le forme del caro bambino, che ridenti le labbia ha soavemente chiuse le pupille, e pare che accolga le preghiere, sono così esatte, così vere ne sono le carni, che l'occhio riesce soddisfatto in riguardarlo. L'angiolo che di svelte membra è a controposto in tinte più forti, serve bene all’insieme; ma forse il giovane pittore, per rispetto a questa figura, ritrasse un poco quella esilità delle forme cui pare talvolta inclini, come notò un intenditore in altro lodato suo dipinto. “Questo pregevole affresco, o Garberini, ormai ti stabilisce il pittore delle sacre cose invidiabili dunque sono li tuoi destini già così bene connessi a non perituri monumenti; fissa pur sempre li tuoi sguardi in cielo, da dove ogni bella inspirazione ti verrà a dispetto di quei meschini che hanno in odio la bella luce, e, saldo ne' buoni maestri, possa il conforto dei buoni sempre più animarti nell'ardua carriera, in cui già assai innanzi sei estimato, a soddisfacimento di chi ti ama, e ad onore della tua patria, la quale agogna di vedere alternati in questa R. Cattedrale cogli affreschi del perduto

professione nello studio paterno. Autore di una breve storia di Vigevano, e del dramma Lucrezia de’Bastici , (1885), legò il suo nome alla storia delle società operaie piemontesi di mutuo soccorso. Fu per iniziativa di Stefano Boldrini e del fratello Vincenzo che a Vigevano sorse nel 1848 la Società generale operaia di Mutuo Soccorso; egli promosse anche un Congresso delle società operaie piemontesi, che si tenne ad Asti nell'ottobre del 1853. Morì a Vigevano l’8 aprile 1887.

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