MC e sostenibilità
Assomac Dossier
in relazione all’evoluzione della nostra capacità di rimpiazzarle con nuove tecnologie o con risorse rinnovabili. I beni ambientali sono beni pubblici per eccellenza. I costi sostenuti per difendere l’ambiente vanno a vantaggio di tutti. In questo campo l’azione pubblica tenta di coordinare interessi diffusi e ripartire i costi sulla collettività. Per attribuire un prezzo ai beni che non sono trattati sul mercato, si può agire con incentivi economici, con l’imposizione di oneri specifici, oppure con regole e divieti. Le misure che fanno leva sulle convenienze economiche dei produttori e dei consumatori sono, ove possibile, da preferire alle regole e ai divieti. Gli interventi che riescono a inserire nei costi di produzione le esternalità negative, insieme con quelli che forniscono sussidi alle innovazioni tecniche vantaggiose per l’ambiente, dovrebbero risultare efficienti. Ma il segnale di prezzo deve essere forte, e la risposta attesa sufficientemente elevata da modificare i comportamenti nella misura desiderata. Da qui un limite generale all’efficacia delle tasse ambientali e degli altri meccanismi economici quando i problemi da affrontare non tollerano adattamenti parziali e diluiti nel tempo. Norme e divieti hanno di fatto rappresentato sinora la forma prevalente d’intervento, anche perché spesso sembrano risultare socialmente ed eticamente più accettabili, ma più spesso i problemi per le imprese, già provate dalle crisi del 2008 18 e del 2010 19 , si sono acuiti in quanto si è generato nel mercato un insieme piuttosto confuso di norme e riferimenti. Inoltre, alcuni tipi di regolamentazioni possono celare intenti protezionistici. In questo contesto, cresce l’offerta di modelli di certificazione volontari che creano ulteriore disorientamento, mentre si diffonde, sotto la spinta di movimenti ambientalisti, l’attenzione del mercato per prodotti sicuri e sostenibili. Ne è un esempio il mercato statunitense delle calzature, che 18 Crisi economica mondiale iniziata nel 2007: prese avvio dapprima negli Stati Uniti in seguito ad una crisi del mercato immobiliare manifestatasi con lo scoppio di una bolla immobiliare (crisi dei subprime) e una susseguente crisi finanziaria mondiale. La recessione ha gradualmente assunto poi un carattere globale e perdurante (tranne alcune eccezioni, come Cina e India). Tra i principali fattori della crisi figurano gli alti prezzi delle materie prime (petrolio in primis), una crisi alimenta re mondiale, la minaccia di una recessione in tutto il mondo ed una crisi creditizia (seguita a quella bancaria) con conseguente crollo di fiducia dei mercati borsistici. 19 Dal tardo 2009, crebbe, tra gli investitori, la paura riguardo a una crisi del debito degli stati euro pei, che si intensificò dall’inizio del 2010. A lato di prestiti eccessivi, i governi hanno avuto proble mi a finanziare ulteriori deficit di bilancio e servizi pubblici, in presenza di alti livello di debito. Tra i membri dell’Eurozona toccati dalla crisi vi sono Grecia, Irlanda, Italia, Spagna e Portogallo, a cui si aggiungono anche alcuni paesi estranei all’eurozona.
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