I BONACOSSA

Iconografia dei Bonacossa Il periodo a cavallo fra il 1800 e il 1900 vede l’ascesa di una nuova classe emergente: la borghesia che prende il posto della nobiltà che cede il passo. Sotto molti aspetti questa nuova condizione sociale, la borghesia, ricalca le orme della precedente soprattutto quando vuole lasciare un segno di sé ai posteri. Ne sono testimonianza i ritratti di famiglia eseguiti da pittori famosi che vengono esposti in gallerie o Musei di prestigio in base all’importanza della famiglia. Ma cosa poteva meglio rappresentare il prestigio di una famiglia, oltre un ritratto, che arrivasse ai posteri? Un obelisco funebre o una scultura di un certo rilievo. Gli Egizi insegnano…. Per questo motivo alcuni cimiteri posti in luoghi meno conosciuti, meno eclatanti ma luoghi d’origine della famiglia, hanno permesso di avere delle vere opere d’Arte eseguite da artisti famosi. Enrico Cassi fu l’autore della statua in bronzo a grandezza naturale che è posta davanti alla tomba monumentale di famiglia dei Bonacossa a Dorno. Rappresenta una fanciulla seduta con in mano un rosario. La testa leggermente reclinata con i capelli sciolti sulle spalle in una posizione di mestizia e di rassegnazione. Rappresenta l’allegoria del dolore, non della disperazione. Il volto rimane sereno nella sua dolcezza anche se triste. L’immagine della ragazza ci dà informazioni anche sull’abbigliamento dell’epoca. Ai lati della statua sulla facciata del mausoleo sono riprodotte le effigi in bronzo di Vincenzo Bonacossa e sua moglie Luigia Bassi. Enrico Cassi scultore (Cuasso al Monte 1863/Milano 1913) fu uno scultore del secolo scorso appartenente alla “scapigliatura” (movimento artistico che prese vita in quegli anni), molte sue opere sono al Cimitero Monumentale di Milano (monumento alla famiglia De Daninos-riparto israeliti—monumento al generale Giuseppe Dezza). Famoso il gruppo scultoreo in bronza della famiglia Cairoli in Piazza del Lino a Pavia che eseguì poco tempo prima della sua prematura scomparsa all’età di soli cinquanta anni. Non ebbe il tempo di essere meglio apprezzato per i suoi indubbi meriti anche se molte delle sue opere ne sono testimonianza. Nel 1899 partecipò alla III Esposizione internazionale d’arte di Venezia.

Comm. Vincenzo Bonacossa e la moglie Luigia Bianchi

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