G.B. GARBERINI - Pittore
L'ideazione del dipinto è estremamente semplice e di immediata comprensione, per quanto la realizzazione pittorica non sia priva di durezze, sia nella posa non troppo naturale del Santo seduto, sia nel braccio alzato della figura in piedi, il cui disegno non è perfettamente corretto. Molto ben riuscita è la parte in secondo piano del dipinto, dove le numerose e agili figurine animano l'operoso cantiere, trasmettendo il fervore de11a nascente chiesa cristiana. Di incerta datazione è l'altra pala centinata, conservate nella Chiesa di San Bernardo, e raffigurante Il martirio di Santa Caterina d'Alessandria . La nobile fanciulla è raffigurata inginocchiata, accanto alla ruota poco prima miracolosamente distrutta col solo toccarla; sulla destra il carnefice si sta preparando al mortale colpo di spada che, per ordine dell’imperatore Massimino, porrà fine con la decapitazione alla giovane vita della Santa, cui un paffuto angioletto porge dal cielo la corona del martirio. Molto efficace ai fini del dramma, è l’interazione creata dal Garberini tra il primo piano di fondo, con la figura semivolta del carnefice, cui l’imperatore impartisce con gesto deciso l’ordine di procedere. La stessa Chiesa di San Bernardo conserva un importante affresco della tarda attività del vigevanese. Al centro della volta, il pittore raffigurò la Gloria di san Bernardo di Chiaravalle , servendosi per il volto del diavolo del suo aiuto Emilio Gagliani, lo stesso pittore che gli suggerirà nell’insegnamento all’Istituto Roncalli 89 L’opera fu terminata nell’ottobre del 1891, essendosi l’esecuzione protratta, probabilmente, a causa di altre importanti commissioni, come i lavori per la cappella Omodei Zorini nel Cimitero di Borgolavezzaro (incarico procuratogli dall’amico Carlo Negroni) 90 , il progetto del grande affresco per la chiesa parrocchiale di Pieve del Cairo, mai realizzato 91 , e la decorazione della volta e dei pennacchi della Chiesa Parrocchiale di Cilavegna, terminati nel settembre di quell’anno. La Gloria dei SS. Pietro e Paolo , raffigurata nella cupola di Cilavegna, è caratterizzata da un impianto compositivo decisamente fluttuante, nel 89 A proposito della richiesta da parte della Confraternita di San Bernardo, di conoscere il prezzo dei lavori, il Garberini avrebbe risposto: … in quanto al prezzo avverto che non voglio farglielo e non glielo arò giammai. Del resto ei sanno che io sono di facile contentatura…” (Vigevano, Archivio Storico dell’Ospedale Civile) 90 La commissione di Pietro Omodei Zorini fu pretesto per un fitto scambio di lettere tra Garberini e Negroni. Riportiamo le missive conservate tra le Carte del pittore. (Vigevano, Archivio Storico dell’Ospedale Civile) ANNEX 5
quale le figure si muovono, con le loro angeliche forme, senza baricentro alcuno. Anche l’affresco con il Martirio dei due Santi, realizzato l’anno successivo per la Chiesa, denota una certa stanchezza, tanto nell’ideazione che nella realizzazione pittorica; stanchezza del resto compatibile con i 73 anni dell’artista. Eppure, infaticabile a dispetto dell’età, il Garberini si accinge ad un’ultima imponente impresa, la decorazione della Chiesa di San Carlo. Fu il sacerdote Tomaso Masazza 92 rettore della Chiesa e intimo amico del pittore, a sollecitare i lavori, proponendo, certamente, un preciso programma iconografico, volto a celebrare il Santo titolare, Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano. In realtà nelle carte del Garberini non sono reperibili i documenti relativi alla decorazione della chiesa, né tantomeno il piano dei lavori, ma sappiamo per certo che l’artista eseguì l’opera gratuitamente. Quattro grandi affreschi sono disposti ai lati dell’Altar Maggiore, lungo le mura della Chiesa che corrono verso l’abside; lì, tra due grisailles, è l’imponente tela raffigurante La Gloria di San Carlo . Gli episodi raffigurati sono relativi alla nomina di Arcivescovo di Milano, assegnata a Carlo, in Roma, da Papa Pio IV nel 1560, e all'attività di carità e di assistenza ai poveri e agli appestati svolta dal Santo Arcivescovo nella sua diocesi; un terzo affresco si riferisce all'attività sinodale che egli presiedette e che fu intensa sotto il suo episcopato (nell'affresco si fa riferimento, più precisamente, alla visita apostolica alla Diocesi di Vigevano, avvenuta nel 1578); nel quarto, il Santo è raffigurato nell'atto di impartire la Comunione a Luigi Gonzaga, dodicenne, che da quell’incontro avrebbe derivato il proposito di rendersi religioso (15S0). Rispetto agli affreschi, stanchi tanto nell'invenzione che nella realizzazione pittorica, la grande tela con la Gloria del Santo rivela nel Garberini, ultrasettantenne una energia e una vitalità creativa straordinaria quanto incompatibile con la presunta data di esecuzione, dal recente restauro precisata nel 1894. La visione del Santo, splendente nella rossa veste 91 L’affresco avrebbe dovuto raffigurare “la visita fatta dal Cardinale Giovanni de’ Medici (poi Papa Leone X) alla Chiesa parrocchiale di Pieve del Cairo, per implorarvi il patrocinio del B.V. della Consolazione” (Lettera al Curato di Pieve, Vigevano, Archivio Storico dell’Ospedale Civile). 92 Tomaso Masazza fu cappellano di S. Carlo e canonico della Cattedrale. Intimo amico del Garberini, al tempo del compimento degli affreschi pubblicò a sue spese un opuscolo elogiativo del pittore e della sua generosa opera.
Made with FlippingBook Ebook Creator