G.B. GARBERINI - Pittore
Era quanto auspicava, sulle pagine del Messaggiere Torinese, Pietro Baldassarre Ferrero che, riportando la meritata vittoria di Giovan Battista nell’annuale premio accademico, aggiungeva: << (…) è un giovine d’animo virtuoso e del più svegliato intelletto, il quale porge di sé lietissime speranze, ma alla cui riuscita potrebbe ostare l’assoluta mancanza dei più indispensabili mezzi, la fortuna non avendolo giammai confortato neppure di un sorriso. Rincrescioso pertanto sarebbe che il Piemonte, il quale scarseggiò sempre di valenti pittori di Storia, non cogliesse sì favorevole occasione per allevarne uno che forse un dì restituirebbe ad usura il soccorso prestatogli dalla generosità altrui. E siccome poi la voce da noi innalzata in questa circostanza è l’eco fedele dei voti formati in pro di questo esimio artista da tutti quelli accorsi ad esaminare il suo dipinto, così ci auguriamo che al suo suono quanto prima risponda il patrocinio di un provvido mecenate …>> 33 . Il risentimento dei vigevanesi fu immediato, poiché essi colsero in questa disinteressata apologia del Garberini una latente accusa di ingenerosità nei confronti del promettente concittadino. Fu Pietro Luigi Albini 34 A prendere la parola in difesa dei vigevanesi a chiarimento della questione sollevata dal male informato giornalista: non erano stati loro, infatti, a mantenere il giovane pittore a Milano per ben sette anni? 35 Seguì una “nota giustificativa” del Ferrero 36 ma la polemica fu soltanto rimandata. L’anno successivo, infatti, il Ferrero risollevava la questione, affermando che contro tutti gli auspici, il Garberini, vincitore di una medaglia d’oro del valore di cento zecchini, non 34 Pietro Luigi Albini, nato a Vigevano il 15 giugno 1807, fu insigne giurista e filosofo. Laureatosi in giurisprudenza a Torino nel 1829, dal 1830 insegnò materie giuridiche, dapprima come ripetitore privato, quindi dal 1832, come pubblico insegnante delle R. Scuole Universitarie di Novara. Qui dal 186 al 1842 insegnò diritto canonico e civile, dal 1842 al 1846 diritto canonico e penale. Fu chiamato a Torino quando nel 1846 venne creata in quella università la cattedra di “enciclopedia e storia del diritto”, di cui fu li primo titolare. Nel 1849 Albini venne nominato alla cattedra di “principi razionali diritto”, carica che mantenne fino alla morte avvenuta il 18 marzo 1863. In proposito cfr. voce Albini Pietro Luigi, in Dizionario biografico degli italiani , volume 2, Roma pp. 9-11 35 Cfr. PIETRO LUIGI ALBINI, Un’osservazione relativa al pittore Garberini, in “ Il Messaggiere Torinese ”, anno IX, n° 40, Torino 2 ottobre 1841 36 Cfr. PIETRO LUIGI ALBINI, Nota giustificativa in “ Il Messaggiere Torinese ”, anno IX, n° 40, Torino 2 ottobre 1841. Riportiamo qui di seguito tanto l’intervento di Albini che la nota di Ferrero, al fine di restituire l’esatta dimensione della problematica: 33 Cfr. Pietro Baldassarre Ferrero, Notizie artistiche, in “Il Messaggere Torinese” anno IX, n° 37, settembre 1841, p. 147
aveva potuto ancora recarsi a Roma per la poca generosità dei suoi concittadini. Anzi, per questo fatto, il giovane aveva dovuto accettare l’ospitalità di casa Selletti in Novara, rinunciando al sano e necessario proposito di un soggiorno di studio nella capitale 37 . La risposta di Albini fu pronta e articolata, riassumendo le tappe della formazione del giovane arista e sottolineando il sostegno continuo di cui Garberini si era potuto valere grazie alla generosità e alla premura dei suoi concittadini. Per quanto riguarda il Silletti, inoltre, era improprio parlare di “ospitalità”, poiché si trattava di una vera e propria commissione, intrapresa disinteressatamente dal Garberini, dopo aver strappato il consenso ai suoi patroni, contrari a che il giovane guadagnasse prima di essersi perfezionato negli studi. Senza ulteriormente scendere nei dettagli della polemica, rammentiamo soltanto che la “nota responsiva” del Ferrero, che seguì l’intervento di Albini, e ancora l’intromissione di Stefano Boldrini, seguita da un’ennesima puntualizzazione del giornalista. 38 Ciò che si deduce chiaramente dall’insieme degli interventi, è che il Garberini non potè recarsi a Roma. Almeno non prima del 5 settembre 1842, data dell’articolo che chiude definitivamente la questione e che implicitamente afferma l’impossibilità al momento di un soggiorno romano del pittore. Altri importanti fatti della giovinezza dell’artista emergono nel citato contesto, e in primis la commissione di Casa Selletti, seguita dall’esecuzione di una pala raffigurante San Giuseppe, nella novarese Chiesa di Rosario. 39 UN’OSSERVAZIONE RELATIVA AL PITTORE GARBERINI – ANNEX 1 37 PIETRO BALDASSARRE FERRERO, Un fatto singolare, in “IlMessaggiere Torinese”, anno X, n° 32, 6 agosto 1842 38 Cfr.P.L. Albani, “Dialogo seguito in un caffè di Novara” In Il Messaggiere Torinese. Anno X, n° 35, 27 agosto 1842 – ANNEX 2 39 La "Casa Selletti, sorge a Novara sulla Piazza di Nostra Signora del Rosario. Era stata eretta dall'architetto Antonio Busser, per volontà dell'avvocato Paolo Camillo Sellerti. Si tratta si legge su un giornale dell'epoca – “di una grandiosa fabbrica a quattro piani (...) ricca di pezzi colossali di granito bianco”, decorata con pietra di Viggiù (Cfr. Avv. BIANCHINI, Balle Arti ln Novara nell'anno 1811. Architettura , in “Iride Novarese” anno VI, n° 8, 21 febbraio, 1842, p. 1). Ulteriori notizie sull'edificio dei Selletti mi sono state gentilmente fornite dal profcssor Gaudenzio Barbè, che mi ha riferito esser il palazzo più noto come "Casa dei Conelli” dal nome dei successivi proprietari. In seguito è stato posseduto dalla Banca Piccolo Credito Novarese e nel 19J0 è passato alla Banca Popolare di Novara. I dipinti del Garberini si trovano al primo piano, in locali che furono occupati dalla Federazione Fascista dal 1930 al 1945 e successivamente dal Genio Civile. Si tratta più precisamente, di due grandi medaglioni
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