G.B. GARBERINI - Pittore
dell'Accademia di Brera e più raramente nei documenti epistolari. Che il pittore (persona tutt'altro che incolta) si sia sempre firmato “Garberini”, sembra infine fatto tutt'altro che trascurabile al fine di stabilire l'esatta morfologia del nome, chiudendo definitivamente la questione. Il padre del pittore, Giuseppe, è menzionato senza alcun riferimento al suo mestiere di funaiolo, attività nella quale il piccolo Giovan Battista si cimentò certamente prima che le sue doti di disegnatore si manifestassero tali da sollecitare il mecenatismo del cavalier Domenico Pisani. 10 Nei documenti relativi al curriculum di studi di Giovan Battista, il nome e la condizione del padre compariranno sempre preceduti dal triste “ fuit ” a sottolineare la condizione di orfano del giovane. Privato del padre in giovanissima età, Garberini indirizzò alla madre, Angela Rodolfo Metalpa 11 , iI proprio profondo sentimento filiale; sentimento struggente, che in età ormai avanzata lo avrebbe indotto a ritrarre nel piccolo ovale del Cimitero il maturo sembiante della donna. L'autoritratto dolente, scolpito insieme a quello della sorella Clara, nel Monumento ai genitori , nel Cimitero Civico (opera tra le più riuscite dello scalpello del nostro), esprime la profondità di un sentimento che diviene quasi venerazione, devozione affermata da un animo semplice, da un'indole quasi fanciullesca, nonostante l'età non più giovane, e destinata a riaffermarsi oltre ogni limite di tempo. Se la madre Angela fu tutrice dei più profondi vincoli familiari del pittore, fu tuttavia un personaggio estraneo, il cavalier Domenico Pisani, a interessarsi all'educazione del giovane Garberini. La tradizione vuole, infatti, che all'età di 14 anni Giovan Battista dedicasse il suo tempo a disegnare figure sulle pareri della sua casa situata in Contrada di Valle, attuale Via Riberia, e che così 10 Cfr. C BIFFIGNANDI, op.cit., p. 43 11 Angela Rodolfo Metalpa era nata nel 1796 e sarebbe deceduta in Vigevano il 30 ottobre 1870 12 Nteressanti, inediti dettagli relativi all’infanzia e alla prima giovinezza di Garberini emergono nel corso della polemica sorta alcuni anni più tardi sulle pagine di quel settimanale torinese, tra
facendo destasse l'attenzione dei vicini, e in particolare di Don Domenico Pisani, facoltoso e generoso personaggio che, per incoraggiare la naturale attitudine del ragazzo, provvide a collocarlo a Milano, presso l'Accademia di Brera. Più dettagliata è la versione dei fatti fornita alcuni anni più tardi sulle pagine del Messaggiere Torinese 12 , ove si dice che la fortuna del giovane Garberini iniziasse nella primavera dei 1834, quando la vigevanese Delfina Sassi, notando le buone disposizioni di Giovan Battisra, lo indicava all’attenzione dei suoi concittadini, che lo sottoponevano al giudizio dello scultore Pompeo Marchesi 13 . Quando questi espresse parole di speranza, tra i vigevanesi circolò una ista di sottoscrizione, onde trovare fondi per inviare il giovane a Milano. Alla Sassi si aggiunsero, tra i protettori più generosi, il Vescovo, il cav. Pisani, il conte Vandone, i quali sostennero le spese per mantenere il Garberini a Milano dove era ospite del professor Giuseppe Colombo d'lvrea. Siamo nel 1835. Il 2 Dicembre viene inoltrata, presso l’Accademia milanese, la pratica relativa all’ammissione del giovane Garberini. Evidentemente la richiesta è stata ben ponderata dalle locali autorità, poiché Giovan Battista è straniero, provenendo dal Regno di Sardegna. Oltretutto Vigevano è tenuta particolarmente sotto sorveglianza, sia in quanto città di confine, sia perché è ancor vivo il ricordo dei moti carbonari del 1821, ai quali la città aveva partecipato con fervore tale da indurre Carlo Felice ad invocare l’intervento austriaco. In data 2 Dicembre, dunque, il presidente dell’Accademia indirizzava alla “Eccelsa presidenza dell,l.R. Governo” la seguente lettera: < Pietro Baldassarre Ferrero, Pier Luigi Albini e S. Boldrini. Vedi più oltre. 13 Pompeo Marchesi, noto scultore nativo di Saltrio (Como) e vissuto prevalentemente a Milano, tra il 1781 e il 1858. La galleria d’Arte Moderna di Miano conserva numerosissime sue opere, per lo più di ispirazione canoviana.
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