Dal saper come fare al saper cosa fare

L’INDUSTRIA ITALIANA DELLE MACCHINE PER CALZATURE NELLA PRIMAMETÀ DEL ‘900

degli anni ’20 l’apprendistato imprenditoriale di Garbarini si arricchisce di una nuova esperienza con l’impegno a collaborare da esterno alla manutenzione degli impianti della Ursus Cuoio, cioè della maggior impresa calzaturiera di Vigevano fondata da Bertolini e Magnoni nel 1918. Il rapporto con Pietro Bertolini rappresenta un vero e proprio punto di svolta per Garbarini. Mentre si occupa della manutenzione degli impianti della Ursus Cuoio, inizia a riprodurre per quest’ultima alcune delle macchine più semplici, dapprima quella per la “increna” e, successivamente, costruisce una “montagancetti per Ideal”, che rappresenta una soluzione semplificata di una macchina della Usm. E’ interessante rilevare come in quegli anni, ad ulteriore testimonianza dell’intersecarsi delle iniziative dei futuri imprenditori meccano calzaturieri, Venanzio Garbarini si avvalga per le lavorazioni al tornio delle competenze di un’altra figura storica del comparto vigevanese, qual è stata quella di Francesco Colli. Alla relazione professionale con laUrsus Cuoio è infine associato l’ultimo passo di queste vicende iniziali dell’imprenditore vigevanese, e cioè l’avvio nel 1924 dell’Officina Meccanica Garbarini. E’ infatti lo stesso Bertolini a contribuire alla nascita dell’officina fornendo parte del capitale, 2mila lire, che concorrerà all’acquisto dellemacchine utensili necessarie all’attivitàmeccanica di Garbarini: un tornio, una limatrice ed un trapano. Pur mutando personaggi e contingenze, il percorso imprenditoriale di Garbarini si ritrova nelle vicende di FrancescoColli (1895) che, dopo l’esperienza con lo stesso Garbarini, si mette in società con l’allora non ancora ventenne Giovanni Cipollini (1901), dando vita il primo gennaio del 1921 alla Colli e Cipollini. Il sodalizio fra i due si protrae sino al 1936 quando nasce la Fimac – Fabbrica Italiana Macchine e Accessori per Calzature– di F. Colli, impresa che suggella con la raggiunta autonomia il percorso imprenditoriale di quest’ultimo. Nel frattempo, alla scuola di Colli hanno avuto la possibilità di formarsi altri operai imprenditori, quali Germano e Salgemmo che, successivamente, insieme aAlberto Bruggi ed a Pietro Torielli, daranno vita a Simacc. Rodolfo Rolando offre a propria volta un esempio rilevante della varietà e dell’articolazione degli stimoli offerti dal tessuto industriale vigevanese. Da un lato, l’attività del neo imprenditore trova incentivo e sostegno nell’operato di Agostino Grassi, un rivenditore che rientra di fatto fra coloro che hanno stimolato lo sviluppo di una produzione nazionale. Agostino Grassi

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