Dal saper come fare al saper cosa fare

L’INDUSTRIA ITALIANA DELLE MACCHINE PER CALZATURE NELLA PRIMAMETÀ DEL ‘900

no intorno al 1909, cioè ancora nel la fase iniziale della diffusione del la meccanizzazione del settore calzaturiero nazionale e del ten tativo di avvicinare le produzioni estere. Appare quindi comprensibi le, e tutt’altro che sorprendente, ve rificare che le sperimentazioni ed i tentativi di sviluppo avviati con al cuni industriali milanesi e col Mi nistero della Guerra risultino alla fine inutili. La stessa Conceria e Cal zoleria Meccanica si mostra perples sa sull’invenzione di Rampichini, scrivendone “che effettivamente, si vera sunt exposita, potrebbe dare un in dirizzo diverso all’industria della cal zatura a macchina, rendendo inutili non poche delle macchine più costose. Non essendoci però stato possibile di controllare alcuni dati, riteniamo con venga per ora restare nel periodo di be nevola aspettativa, e di attendere gli av venimenti.” 13 La storia successiva è forse

Pressa a carosello per incollare le suole della Ago

scontata, Rampichini emigra a Trieste ove “dopo alcune esperienze compiute dal l’Autore a Vienna col signor Cesare Lustig, fu fondata nel 1912, per iniziativa del Lustig stesso, la Società Industriale Ago, che il 20 febbraio 1914 fu rilevata dalla Società Anonima Atlas Werke di Lipsia, fabbrica di macchine per calzature, la quale acquistò tutti i brevetti del Dr. Rampichini (circa 30, fra procedimenti, apparecchi e macchine) con l’obbligo di fondare entro un certo periodo di tempo, una grandiosa Socie tà per la diffusione del sistema “Ago”. 14 Nel 1917, dopo essere rientrato a Milano, Rampichini fonda una nuova società la Rampichini Dr. Franco & C. e collabo ra con riviste del settore. Anche se Rampichini viene di fatto escluso dal suc cessivo sviluppo –e dal conseguente sfruttamento industriale della sua inven

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