Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo secondo
ta di calzature per bambini e per signora. [..]Le scarpe cucite sono ancora date all’uo mo, ma la loro produzione è assai limitata. Si può calcolare che di parecchie migliaia di scarpe che giornalmente escono dalle mani degli operai, appena il due per cento siano cucite. Altro lavoro che non può fare la donna è la formatura del tallone; si è però trovato il modo di ovviare a questo inconveniente introducendo il tallone di legno, o ancora quello di cuoio ma tagliato da apposite trance meccaniche munite delle relative fustelle colle quali si possono avere tutte le sezioni richieste per la formatura del tallo ne stesso.” 35 Un’altra conferma della peculiarità del tessuto calzaturiero vigevanese può essere ricavata dalla cronaca di una visita compiuta alla “Manifattura di pellami e calzature ” di Torino da un redattore de “La Frusta” di Vigevano. Lo stupore del redattore è reso esplicito dal racconto del colloquio avuto conAl fredo Dick –il direttore di origine svizzera dell’impresa torinese– : “credevo che gli opifici di Vigevano fossero qualche cosa e ne andavo orgoglioso quando potevo menzionare Rossi, Pelagatta, Giulini, Ferrari Trecate, ecc., ma di fronte a questo co losso (produzione di 1.000 paia giornaliere con l’obiettivo di raddoppiare), egregio sig. Dick, mi veggo così rimpicciolito che… Non mi lasciò terminare. Eppure, vede, mi rispose, noi non potremo mai sostenere la loro concorrenza; quelli si imporranno sem pre sul mercato, sia per la loro lavorazione a mano, sia per il minor prezzo di costo [..] solo è necessario che i suoi concittadini non si fossilizzino.” 36 In altri termini, Vigevano mostra di discostarsi significativamente dal modello teorizzato della grande produzione meccanizzata, puntando mag giormente su un’organizzazione della produzione apparentemente frammen tata nella numerosità delle iniziative con forme di meccanizzazione coerenti e di dimensioni non comparabili con quelle dei “pionieri” ricordati nelle pagi ne precedenti, né tantomeno con quelle pubblicizzate delle esperienze inter nazionali. Le ragioni dell’affermarsi di una forma “embrionale” di distretto sono naturalmente molteplici e vanno dalla tradizione calzaturiera artigianale alle precedenti forme industriali, alla possibile esistenza di cultura imprenditoria le, ecc. 37 Nondimeno un ruolo particolare riveste l’esperienza dei fratelli Boc ca. La capacità di questi ultimi di coniugare l’intuizione sulle potenzialità del la calzatura confezionata con l’innovazione organizzativa a livello di produ zione, condizionerà fortemente lo sviluppo del tessuto industriale locale nei termini in cui indurrà e, soprattutto, consentirà la riproducibilità dell’espe-
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