Dal saper come fare al saper cosa fare
INDUSTRIALIZZAZIONE E MECCANIZZAZIONE DELLAPRODUZIONE CALZATURIERA IN ITALIA
superiore per le scarpe discrete, costruite razionalmente con pellame non ottimo; sia di poco inferiore alla qualità di scarpe detta marocca, di poca durata e non suscettibile di riparazioni.” 32
Il ruolo di Vigevano
Nella sua relazione per l’Ispettorato del Lavoro e applicazione delle leggi sul lavoro l’ingegner Ruffillo Savelli dopo aver rilevato il contenuto numero di calzaturifici italiani che dispongono di macchinario moderno, inizia la pro pria analisi della realtà vigevanese affermando che “ [ l’ ] allestimento delle calza ture è giunto ad un tale punto di perfezione ed ha raggiunto uno sviluppo tale da meritare senza alcuna esagerazione che Vigevano sia ritenuta la prima città d’Italia in un tal genere d’industria.” 33 La disamina di Savelli prosegue con la descrizione del tessuto pro duttivo vigevanese, la cui composizione tanto differisce dal modello produt tivo americano contemporaneo quanto rispecchia l’organizzazione dei primi poli calzaturieri del Massachussetts e la loro specializzazione produttiva. “Qua ranta calzaturifici a mano, fra i quali alcuni di importanza considerevole pel numero di operai impiegati, altri perché possiedono anche uno scelto macchinario adatto allo scopo, lavorano continuamente in pieno e diverse migliaia di operai vi sono addetti. Fra questi non sono considerati i cottimisti (lavorano al proprio desco, a casa, con moglie e figli) e sono questi col personale che loro pure impiegano che pesano di più nella bilancia, in modo da calcolare che in Vigevano su una popolazione fissa di circa trentamila abitanti, circa settemila lavorano in calzature”. 34 Quando poi si sofferma sulla forza lavoro alcuni tratti mostrano di caratterizzare Vigevano: una dedizione al lavoro che, soprattutto nelle attivi tà non salariate, giunge a sfiorare l’autosfruttamento; “una mancanza conside revole di operai; l’offerta di lavoro giornaliera è esigua in confronto alla richiesta”; e, infine, “carattere spiccato all’industria delle calzature vigevanese, e che non si trova altrove, è la presenza della donna per il fatto che tre quarti di tutto il personale impie gato nei vari laboratori è costituito da donne” . In particolare, a quest’ultimo fatto vengono in gran parte addotte le scelte del tipo di scarpa prodotta e del pro cesso adottato: “vediamo infatti che quasi tutte le scarpe allestite non sono più cuci te a mano, ma sono invece chiodate; d’altra parte sono state eliminate le scarpe da uomo perché più pesanti e si è limitata la produzione ad una serie progressiva e svaria-
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