Dal saper come fare al saper cosa fare
INDUSTRIALIZZAZIONE E MECCANIZZAZIONE DELLAPRODUZIONE CALZATURIERA IN ITALIA
Figura 1 - Esportazioni ed importazioni di calzature in Italia, 1894-1928 (migliaia di paia)
L’analisi del tessuto produttivo dell’industria calzaturiera costituisce nel 1907 l’oggetto di diverse relazioni svolte da più parti con finalità non sempre coincidenti. All’insegna della valutazione della competitività della struttura in dustriale italiana a beneficio delle imprese calzaturiere statunitensi, la rivista “Superintendent & Foreman” pubblica un articolo dettagliato sullo stato dell’arte nel nostro Paese: “Le fabbriche sono circa un centinaio e sono situate nelle seguenti città. Nel Nord, a Milano, Torino, Vigevano, Busto Arsizio, Varese, Verona, Vercelli, Alessandria e Felizzano. Nell’Italia centrale a Ravenna e Bologna, e nel Sud a Napoli, Campobasso e Catania. Queste fabbriche sono piccole; e numerose sono quelle che non dispongono di un macchinario moderno quantunque però gli indirizzi industriali up to date, vadano sviluppandosi maggiormente. Una sola ditta di Torino produce circa 1.000 paia di scarpe al giorno (scarpe Goodyear Well McKay e Militari) il che costituisce la maggior produzione in Italia. La produzione media delle fabbriche di scarpe italiane è di circa 400 paia al giorno. [..] Due fabbriche di Napoli a lavorazione a mano producono cadauna 350 paia di scarpe al giorno. Il lavoro viene fatto parte a mano e parte a macchina su vasta scala nel mezzogiorno e fino ad un certo grado anche nell’Italia settentrionale.
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