Dal saper come fare al saper cosa fare

Capitolo secondo

duttivi delle imprese nazionali e, conseguentemente, per il livello qualitativo delle calzature italiane sono del resto rese evidenti dalla difesa d’ufficio della produzione italiana approntata da Alfredo Dick. Le argomentazioni addotte spaziano dalla distinzione fra manifattura della scarpa e qualità delle materie prime impiegate – “è un fatto incontestabile che quelle americane se hanno presso ché raggiunto la perfezione dal lato della lavorazione, lasciano a desiderare per la qualità”– alle peculiarità “fisiche” dell’italiano –per il quale viene sostenuto che “la struttura del piede italiano è ben diversa da quello tedesco, svizzero, inglese, americano, e che s’avvicinano invece a quello francese, formando anzi il trait d’union fra il francese e lo spagnolo”– all’ intransigenza dell’industriale americano, che non si diparte dalla sua linea di condotta, non già di vendere il prodotto chiestogli dal cliente, ma di indurre il cliente ad acquistare quanto egli fabbrica.” 3 Nondimeno il redatto re deve convenire con la disamina di Dunning che sottolinea “l’importanza sia della fabbricazione della calzatura che del vasto campo di vendite che è già divenuto e che può ancora maggiormente diventare il mercato italiano. Ciò deve servire di serio avvertimento ai fabbricanti di calzature italiani che non possono ignorare quanto la concorrenza americana sia temibile. […] Ci risulta inoltre che non soltanto gli ameri cani pensano alla possibilità d’introdursi colla loro invadenza abituale nel nostro mer cato, ma che altresì una delle più antiche Case tedesche si propone di aprire prossima mente un magazzino di Calzature in Milano onde introdurre quivi i suoi prodotti.” In effetti la tradizione calzaturiera artigiana, tanto antica quanto dif fusa sul territorio, è in Italia assolutamente predominante. Testimonianze del la presenza radicata di artigiani calzaturieri si possono rintracciare quasi in ogni regione italiana, dalla Lombardia alle Marche, dal Veneto alla Toscana, alla Campania. Il passaggio alla produzione industriale avviene quindi relati vamente tardi rispetto a quanto rilevato per gli Stati Uniti o per i maggiori paesi europei, dal Regno Unito alla Francia e alla Germania. Che la razionalizzazione assunta dall’ipotesi industriale –ancor pri ma che da quella meccanica– sia ancora culturalmente complessa da conse guire, traspare del resto sia dalla rivista che dalle iniziative di alcuni impren ditori. Il ritardo nel passaggio dalla scarpa “su misura” a quella “pronta” e, viceversa, la rapidità e la quasi contestualità dello sviluppo delle fasi di indu strializzazione/razionalizzazione e di meccanizzazione assumono un peso si gnificativo nell’indirizzare la crescita del comparto delle macchine per calza ture. I possibili parallelismi fra i distretti del Massachussetts e quelli italiani

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