Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo primo
re, investe i paesi europei. Gli anni a cavallo della fine del secolo sono testimo ni dell’iniziativa degli statunitensi che “[o] nde assicurarsi il primato, spalleggiati dalla superiorità dei loro brevetti e che non indietreggiano dinanzi ad alcuna spesa pur d’imporsi, hanno rilevato parte delle ditte commercianti sul continente in mac chine per calzature. [..] per l’industria della calzatura in Inghilterra, in Francia, Sviz zera, Germania, Austria eravi un certo numero di importatori di macchine americane che s’era riservato l’esclusività della vendita dell’una o dell’altra macchina come per esempio Pocock in Francia, Pearson & Benion, Gardner & C. in Inghilterra, Gross in Germania, ecc. Tutte queste ditte fabbricavano macchine che erano modelli di loro proprietà ovvero copie di originali americani. [..] La United acquistò queste fabbriche, alla cui direzione prepose gli antichi proprietari e divenne così l’arbitra del merca to.” 12 Tale scelta se da un lato offriva ad Usm un dominio completo del merca to europeo, dall’altro trasformava gli industriali europei in “semplici” dipen denti, contribuendo paradossalmente allo sviluppo ed all’affermazione di nuove esperienze imprenditoriali. “Infatti gli altri fabbricanti cercarono con ogni mezzo di produrre delle macchine da rivaleggiare con quelle della United, ciò che riusciva loro facile poiché i brevetti nella massima parte degli Stati del continente erano privi di valore e bastava quindi copiare i modelli della United.” 13 Fra le poche imprese europee rimaste indipendenti rientrano la Johnson & fils di Parigi, la Keats e la Moenus di Francoforte. Proprio l’industria tedesca offre il maggiore esempio di successo nel tentativo di contrastare ed affermare una produzione meccano-calzaturiera autonoma. “ La ditta [Moenus] si è emanci pata completamente dall’America, tutte le sue macchine si fabbricano negli ampi labora tori della ditta e appunto con un’esecuzione che, non solo non è inferiore all’americana, ma per costruzioni ben ideate, sperimentate con la profondità di pensiero tedesca, per molti rapporti la supera. I fabbricanti tedeschi di scarpe e di cuoi trovano quindi nelle macchine tedesche Moenus dei sostituti perfetti ai prodotti americani; sono quindi indi pendenti dalle macchine americane [..] L’impresa assolutamente tedesca ha accettato con successo la lotta contro l’America [..] (per) rendere indipendente l’industria tedesca dei cuoi e scarpe dall’industria delle macchine americana.” 14 L’avviodel processodi industrializzazione della produzione calzaturiera in Germania viene fatto risalire agli anni '60 dell’Ottocento. L’affermazione della meccanizzazione della fabbricazione della calzatura progredisce di pari passo con la progressiva riduzione del rifiuto per il prodotto industriale e con la contestuale richiesta della lavorazione a mano e su misura. Le ragioni di
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