Dal saper come fare al saper cosa fare
CALZATURE, MACCHINE E CALZOLERIAMECCANIZZATA
riproducibile da parte di una macchina.
Per molto tempo la figura di Jan Ernst Matzeliger è stata più o meno coscientemente trascurata o avvolta nella leggenda in ragione delle sue origini. Matzelinger nasce infatti nel 1852 a Paramaribo, nell’odierno Suriname, figlio di un tecnico olandese e di una schiava di colore. Iniziato a 10 anni il proprio ap prendistato nell’officina meccanica del padre a 19 anni si imbarca su una nave mercantile e dopo qualche anno lo si ritrova operaio calzaturiero a Lynn. Nella capitale dell’industria calzaturiera mette a frutto le proprie doti di inventore, riuscendo a razionalizzare e quindi a riprodurre in forma semplificata e, soprat tutto, meccanizzata le operazioni del montaggio della calzatura. Se il lavorare fianco a fianco con i montatori ha consentito aMatzeliger di studiare le operazio ni svolte da questi ultimi, la scelta di concentrare l’attenzione sull’attività svolta da questi ultimi deriva proprio da una contingenza economica. Due aspetti sti molano la meccanizzazione della messa in forma. Il primo discende dall’attività stessa della messa in forma della scarpa che consiste in un’operazione comples sa in quanto prevede che un operaio specializzato tenda e fissi la tomaia alla soletta per mezzo di semenze, tanto maggiore è il numero delle semenze utiliz zate tanto maggiore è la qualità della montaggio e tanto maggiore è il tempo richiesto dall’operazione; un montatore esperto che riesca a montare anche 50 paia di scarpe in 10 ore presenta comunque un livello di produttività non confrontabile con quello di una macchina per cucire le suole, con gli ovvi e con seguenti problemi di dimensionamento dell’organizzazione del lavoro. Il secon do e collegato aspetto concerne i costi di tali specialisti che, in virtù della loro abilità, erano in grado di ottenere compensi elevati. Dopo mesi di studio e di prove, nel marzo del 1883 Matzeliger ottiene il brevetto della “Lasting Machine” vincendo anche l’incredulità del personale dell’Ufficio brevetti statunitense. In ragione della complessità della macchina, il brevetto fu concesso solo dopo che dei tecnici dell’Ufficio Brevetti si furono reca ti a Lynn per vederne il prototipo e averne verificato il funzionamento. Nel vol gere di due anni –grazie ai miglioramenti introdotti– la macchina giunge a mon tare sino a 700 paia di calzature al giorno. United Shoe Machinery Company La commistione fra tecnologia ed imprenditorialità che ha contraddistinto gli ultimi decenni del secolo trova il suo apice nel 1899. Il 7 febbraio di quell’anno
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