Dal saper come fare al saper cosa fare
CALZATURE, MACCHINE E CALZOLERIAMECCANIZZATA
tecnologica, qui intesa come utensili utilizzati, è sostanzialmente quella im piegata da secoli dagli artigiani calzolai. Il primo esempio di discontinuità con il passato è probabilmente l’av vio stesso nel 1750 a Lynn del primo laboratorio per la produzione di calzatu re. L’iniziativa è di JohnAdamDagyr, un artigiano gallese capace di confezio nare scarpe di qualità pari a quella della migliore produzione britannica. Due aspetti rendono oltremodo rilevante l’attività di Dagyr: l’introduzione di standard di qualità elevati ed il ricorso ad una prima forma di razionalizzazione del lavoro con l’attribuzione di compiti specifici ai lavoranti. Il passaggio dal la standardizzazione della qualità a quella del prodotto richiese alcuni decen ni, nondimeno alla fine del settecento la scarpa “pronta” inizia a soppiantare quella su “misura”. Nel 1793, sempre nel Massachusetts, anche se a Randolph, Silas Alden avvia la produzione di scarpe sulla base di “taglie” standard; le scarpe così prodotte vengono quindi portate al mercato di Boston dove ven gono rapidamente vendute. Intorno al 1820 la fabbricazione delle calzature viene riorganizzata sulla base del central shop system che centralizza la gestio ne delle materie prime e decentra le attività di trasformazione. Le pelli vengo no tagliate all’interno del laboratorio e quindi trasferite a lavoratori esterni per la preparazione della tomaia. Completata l’operazione, la tomaia torna al laboratorio da cui esce nuovamente con le componenti necessarie al definiti vo montaggio sulla forma ed all’applicazione della suola La fase dell’affermazione della specializzazione e della gestione cen tralizzata testimonia il ruolo che la standardizzazione della scarpa ha rivesti to per lo sviluppo del comparto. La scarpa pronta scardina la relazione calzo laio-cliente ampliando gli spazi per l’intermediazione, l’unica reputazione di cui necessita chi voglia vendere calzature è il capitale per acquistarle dal pro duttore, in quanto sul versante del cliente la scarpa è un oggetto concreto che deve solo essere provato e non più “ordinato”. L’attenzione dei produttori non è quindi più rivolta ai consumatori ma agli intermediari, la competizione si gioca ora sull’acquisizione di commesse di lotti. La qualità lascia il posto ai tempi di consegna, l’esigenza di accelerare il processo produttivo si concretizza sia nella ricerca di maggior controllo attraverso l’accentramento nei laborato ri sia nella specializzazione produttiva. Contestualmente, con la minor atten zione rivolta alla qualità, iniziano ad essere impiegati anche lavoratori meno qualificati, nonché meno costosi.
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