Dal saper come fare al saper cosa fare

Capitolo sesto

fra il chimico ed il meccanico. A tal proposito è utile ricordare come il Pu possa derivare sia dall’impiego del polietere sia da quello del poliestere. In particolare, mentre in Germania e Gran Bretagna viene impiegato prevalente mente il polietere, in Italia e Francia si diffonde maggiormente il ricorso al poliestere. Le caratteristiche strutturali del Pu, in particolare la sua bassa densità che consente al prodotto trasformato di essere molto leggero e di assumere vesti difficilmente realizzabili con altri materiali, attirano l’attenzione anche di chi produce le scarpe o i suoi componenti. Il Pu consente di riprodurre praticamente qualsiasi superficie. Lo spazio per la creatività degli stilisti si espande notevolmente, il Pu trasformato può infatti riprodurre il disegno (e, quindi, apparire come) del marmo, del sughero, di una foglia, ecc. Continuan do i propri sforzi di ricerca di nuovi prodotti in Gran Bretagna, all’inizio degli anni ’70, a compimento delle ricerche condotte nel decennio precedente, la Clarks annuncia l’impiego del Pu quale materiale per le suole. In Italia, Euge nio Pagani, un produttore vigevanese di suole in microporosa, intuitene le potenzialità avvia a cavallo della fine degli anni ’60 una serie di iniziative volte a sfruttare il Pu nell’ambito dell’industria calzaturiera. Al di là dell’iniziale rapido successo, l’avventura imprenditoriale di Pagani è in questa sede interessante per almeno due motivi. In primo luogo perché rappresenta un momento della storia della produzione di macchine per il sintetico in Italia e, in secondo luogo, perché rivela il filo rosso che lega al territorio la nascita e lo sviluppo delle diverse iniziative imprenditoriali, sottolineando il carattere locale delle competenze che le hanno rese possibili. La strategia approntata da Eugenio Pagani per sfruttare le potenzialità del Pu ruota attorno a due punti: (i) lo sviluppo di un sistema tecnologico, inteso come materiale plastico e macchine per trasformarlo, non riproducibile; e (ii) la creazione di una rete di imprese integrate, tale cioè da consentire la crescita attraverso l’aggiunta di nuovi nodi e, quindi, costituire al contempo un mercato captive per le imprese destinate a fornire le diverse componenti del sistema tecnologico. La competitività di quest’ultimo è legata allo svilup po ed alla produzione autonoma del catalizzatore, la cosiddetta “madre”, alla produzione di stampi specifici tramite la Pama, ed alla progettazione e co struzione attraverso la Pavi delle macchine ad iniezione per il Pu. Lo sviluppo del gruppo attraverso il coinvolgimento di nuovi soci per la gemmazione de-

166

Made with FlippingBook - Online catalogs