Dal saper come fare al saper cosa fare

Capitolo sesto

degli anni ’60 Lorenzo Lorenzin propone all’ingegner Giuseppe Ferrari un accordo secondo il quale la Ferrari avrebbe dovuto fornire alla Lorenzin i gruppi di iniezione, mentre quest’ultima avrebbe fornito alla prima i portastampi ol tre ad impegnarsi a sostenere la vendita delle macchine con la propria rete commerciale. La proposta non fu valutata interessante da Ferrari anche in ragione del fatto che in quel periodo l’impresa di Vigevano disponeva di un’adeguata rete commerciale e, come citato nel seguito, era impegnata nella ricerca sulle applicazioni del poliuretano. Per quanto riguarda gli stampi, una vera e propria moltiplicazione delle officine prende corpo in concomitanza con l’affermazione delle macchi ne a iniezione e l’utilizzo diffuso dei nuovi materiali sintetici. Gli stampi in acciaio impiegati nella lavorazione della gomma vulcanizzata vengono sosti tuiti da quelli in alluminio ottenuti tramite fusione. Portaluppi è la prima azien da, e per diversi anni l’unica, a produrre stampi per l’iniezione diretta su to maia. In questa fase sono gli stessi stampisti che stimolano i dipendenti o col laboratori a mettersi in proprio, creando una rete di terzisti che consente loro di far fronte agli ordini. Come nel caso delle macchine per calzature, la do manda crescente e l’intraprendenza dei singoli trasformerà i terzisti in im prenditori autonomi. L’elenco sarebbe lungo, ci si limita a richiamare alcuni degli esempi che meglio testimoniano il processo di continuo spin off che ca ratterizza il comparto degli stampi negli anni ’60 e ‘70. Dall’officina di Bazzigaluppi escono Soresina, che creerà Eurostampi, Sacchi e Perotto, e Mazzini. L’attività di Soresina si distingue da quella delle altre officine del comparto anche perché rappresenta uno dei pochissimi casi di stampista che si dedica anche alla produzione di macchine, che realizza per oltre un decennio. Nella Gran.mon.do hanno imparato il mestiere Oreste Gat ti e Vittorio Piccolo, che nel 1972 danno vita a Gatti & Piccolo, nonché Donato che fonda la Incis. Quando Remotti si ritira nasce laMobel di Motta e Laveroni, che a propria volta aveva in precedenza lavorato alla Ilga Gomma. Nel padovano, ove gli stampi sono considerati strategici dai costruttori di macchine, la produzione è in prevalenza internalizzata con alcune eccezio ni di rilievo quale la Santi. La fine degli anni ’50 vede nascere un’iniziativa nel comparto degli stampi anche nelle Marche. Nel 1959, stimolato dal calzaturificio Botticelli, Vittorio Saccutelli, un giovane modellista, coadiuvato dai famigliari, inizia la

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