Dal saper come fare al saper cosa fare
L’ALTERNATIVAALLACALZATURA IN CUOIO. MATERIALI NUOVI E NUOVE TECNOLOGIE
maggiori per l’evoluzione del comparto.
Nel 1964, una diversa valutazione sulle prospettive del Pvc e delle rotative porta Tarcisio Ottogalli ad uscire dalla Lorenzin per dare vita insieme ai fratelli ad un’impresa propria che si focalizzi sulla produzione delle grandi macchine ad iniezione per il Pvc. A sostenere la nascita della Ottogalli, e non solo finanziariamente, è anche in questo caso un impresa calzaturiera, il Calzaturificio Monterocca. La tecnologia di riferimento è in questo caso rap presentata da un impianto della Ferrari acquistato dal medesimo calzaturificio. Pochi mesi sono necessari a Tarcisio Ottogalli per migliorare la macchina e, soprattutto, per studiare ed installare un nuovo e più efficiente iniettore per il Pvc. Nel 1966, la prima rotativa “ri-progettata” e prodotta in Ottogalli viene ceduta al calzaturificio Pezzol di Barletta. Nel volgere di pochi anni la Ottogalli diviene il più importante produttore di grandi impianti ad iniezione per Pvc d’Italia arrivando ad impiegare nel 1980 ben 220 addetti. Nel 1974, rispettando un canovaccio consolidato nel comparto mec cano-calzaturiero, Ferniani, un funzionario della Ottogalli, lascia l’impresa per fondarne una propria: la Union. La novità introdotta da Ferniani va ricercata non tanto nelle soluzioni tecnologiche introdotte nelle proprie macchine, quan to nel modello produttivo adottato. L’impresa di Ferniani si contrappone al modello dell’impresa integrata verticalmente della Lorenzin e della Ottogalli optando per una soluzione decentrata, in cui la Union circoscrive la propria attività alla progettazione, al montaggio ed alla commercializzazione delle mac chine, ed affida tutte le altre lavorazioni ad officine specializzate autonome. Anche la Lorenzin dopo l’esclusiva focalizzazione sulla gomma estende il proprio portafoglio prodotti alle presse ad iniezione per il Pvc. Rispetto al qua si generalizzato orientamento verso la produzione di grandi rotative, la Lorenzin opta per la produzione di piccole macchine ad iniezione “statiche”. La scelta dell’impresa padovana poggia sulla convinzione che: (i) le statiche consentano una maggior flessibilità d’impiego e, quindi, meglio si adattino alle esigenze di segmenti di mercato più ampi; (ii) sia possibile attivare, quando non favorire, politiche di collaborazione con produttori complementari per tecnologia o atti vità svolta, (iii) la produzione degli stampi costituisca lo strumento per eccellen za per interagire con il calzaturificio e personalizzare l’offerta tecnologica. Per quanto concerne la strategia degli accordi il primo esempio è of ferto dalla proposta fatta da Lorenzo Lorenzin proprio alla Ferrari. A metà
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