Dal saper come fare al saper cosa fare
Capitolo sesto
senso, Antonio Ferrari ricorda come inizialmente Hüls disponesse di prodotti chimici sufficienti ad alimentare la giostra per un solo giorno e come il porre rimedio a tale situazione richiese oltre un mese di attesa. La giostra proposta dalla Ferrari è per i tempi una novità assoluta che consolida la dimensione internazionale dell’impresa e le consente di esportare circa l’80% della pro pria produzione. L’importanza delle giostre è duplice. Da un lato, costituisco no un successo considerevole, al punto che, secondo Antonio Ferrari, “negli anni ‘60 la richiesta di queste ultime era divenuta tale che i tempi di consegna rag giunsero anche i due anni” . Dall’altro lato, per la Ferrari rappresentano simboli camente l’abbandono delle macchine per calzature tradizionali e la definitiva trasformazione in produttori di macchine per il sintetico. In quegli anni la Ferrari occupa 130 addetti e la realizzazione della macchina per il Pvc assume per essa un rilievo particolare nei termini che conferma l’importanza della scelta strategica dell’innovazione tecnologica tanto che la porta ad affermare nei suoi opuscoli che con la nuova tecnologia “ [ n ] asce il principio veramente diverso di concepire e di fare le calzature.” 6 La comparsa del Pvc rende ancor più manifesto il ruolo di protagoni sta internazionale assunto dal comparto nazionale del sintetico ed il confron to con l’evoluzione del comparto del cuoio rende palese l’importanza rivesti ta dalla presenza o meno di una domanda e di un’offerta consolidata. Le im prese del sintetico, a differenza di quanto rilevato per quelle del cuoio, non devono inseguire una concorrenza internazionale consolidatasi nel tempo, ma si presentano in mercati che non sono più locali ma immediatamente nazio nali, quando non già internazionali. Un rapido sguardo al quadro internazio nale consente di rilevare come la Clark, la famosa impresa calzaturiera ingle se, annunci di aver sviluppato alla fine degli anni ’50 un proprio sistema per l’iniezione diretta della suola in Pvc sulla tomaia, e come la tedesca Desma avvii agli inizi degli anni ’60 la produzione di macchine ad iniezione diretta del Pvc sulla suola ed immetta sul mercato le proprie rotative con 10 stazioni per la produzione di suole in gomma. Altrettanto evidente è la risposta dell’industria italiana che risulta ric ca ed articolata a prescindere dal ruolo indiscusso di Ferrari. A Vigevano la Gusbi introduce le proprie rotative sul mercato e nel l’area di Varese all’iniziale esperienza di Presma si aggiunge quella di Plastak Engineering. Ma è Padova il luogo dove le iniziative avranno le ripercussioni
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