Dal saper come fare al saper cosa fare
L’AFFERMAZIONE INTERNAZIONALE
li, dal Nord America all’India all’Australia. Rifocalizzando la strategia origi naria dell’impresa, Pietro Torielli Jr. inizia a rivolgersi ai mercati che presenta no potenzialità di sviluppo significative. Nel 1964 la Pietro Torielli approda in Australia e nel 1976 in India. Dopo una relazione commerciale con un’impre sa australiana che si protrae per quasi vent’anni, nel 1982 il rivenditore vigevanese consolida la propria presenza nel quinto continente acquisendo le attività di quest’ultima e dà vita alla Torielli Shoe Machinery Australia. Per quanto concerne il mercato indiano, dopo aver operato in condizioni di quasi monopolio per dieci anni, nel 1986 l’impresa italiana consolida le proprie atti vità fondando la Torielli India. I dati sulle esportazioni di macchine verso il sub continente indiano relativi agli anni ’70 sono di per sé sufficienti a far apprezzare le opportunità che possono prospettarsi ad un first mover ed a chi lo segue dall’apertura di nuovi mercati. La quota media di esportazioni dell’Ocse destinata all’India relativa al periodo 1975-‘80 cresce del 176% ri spetto al dato medio registrato nel quinquennio precedente. La variazione delle esportazioni italiane nei due periodi supera il 1200%. Se si esclude il caso di Usm l’internazionalizzazione nell’industria delle macchine per calzature è un fenomeno sostanzialmente commerciale. All’ini zio degli anni ’50 le dimensioni della specializzazione produttiva delle impre se italiane mal si coniugano con quelle richieste dal processo di interna zionalizzazione, nondimeno la determinazione di Antonio Capuano mostre rà come anche le officine meccaniche possano coniugare con successo produ zione e commercializzazione. Le esperienze estere di Antonio Capuano prendono avvio a Vigevano durante l’edizione del 1952 della Settimana Vigevanese dove espone per la prima volta le proprie macchine. In quell’occasione incontra alcuni rivendito ri provenienti da diversi paesi europei e, in particolare, il francese Andrè Vergier, con il quale darà vita ad un lunghissimo sodalizio. Il primo risultato della partecipazione alla mostra vigevanese si manifesta nello stesso anno in un viaggio attraverso l’Europa che porta Capuano a visitare gli importatori conosciuti durante la manifestazione ed a mostrare loro la produzione pro pria e quella di altri produttori di macchine per calzature italiani. Da quell’an no l’imprenditore vigevanese visita la stragrande maggioranza dei paesi del mondo alla ricerca di nuovi sbocchi per le macchine italiane. Alla fine intro durrà in mercati diversi ed importanti, quali quelli di Stati Uniti, Giappone,
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