Dal saper come fare al saper cosa fare

L’INDUSTRIA ITALIANA DELLE MACCHINE PER CALZATURE NEL DOPOGUERRA

per porre soluzione ai problemi del calzaturificio viene tradotta in adattamenti alle istanze dell’utilizzatore ed assurge a fonte di idee per nuove soluzioni. Con gli anni ’50 inizia la specializzazione produttiva nei termini in cui è la focalizzazione sull’operazione da svolgere che consente di sviluppare le competenze specifiche necessarie a risolvere i problemi. Molina e Bianchi offrono una dimostrazione di ciò quando dichiarano che gran merito del suc cesso della premonta introdotta nel 1962 debba essere attribuita ad Amedeo Franzosi che nello sviluppo della macchina ha portato tutta l’esperienza e la competenza accumulata nell’installazione della premonta della tedescaAstra. Gli anni ’40 mostrano –senza alcuna soluzione alla continuità– il pas saggio dall’attività incentrata sulla capacità di riprodurre a quella basata sulla capacità di produrre; se l’abilità all’inizio degli anni ’40 si identifica ancora nella competenza manuale del saper riprodurre un pezzo a partire dal pezzo originale, agli inizi degli anni ’50 la competenza fondamentale inizia ad esse re associata alla capacità di utilizzare lo strumento disegno, cioè alla capacità di astrarre che consente di progettare nuove modalità di impiego e, quindi, nuove macchine. Le dimensioni di partenza e la costante crescita della domanda di meccanizzazione da parte dei calzaturifici negli anni ‘50 erano tali che, nella memoria di alcuni dei protagonisti di quel periodo, il rischio imprenditoriale apparisse inconsistente più che contenuto. Luigi Fassina, che a metà degli anni ’40 aveva affiancato Venanzio Garbarini nel dar vita a Garfas, ricorda il dopo guerra come un periodo caratterizzato da molte iniziative e nessun fallimen to, in altri termini, anni in cui “bastava aver il coraggio di produrre” . In realtà la trasformazione delle competenze distintive di quegli anni segna un momento di discontinuità nell’evoluzione dell’industria meccano calzaturiera italiana, cui corrisponde la selezione di alcuni dei pionieri della produzione nazionale di macchine per la lavorazione del cuoio ed il loro con seguente abbandono del comparto. In tal senso, lo sviluppo accelerato del comparto nazionale non testimonia solo l’uscita dalla fase artigianale della riproduzione, ma parimenti segnala la contestuale affermazione di un diver so modello di organizzazione industriale ove la specializzazione per prodotti Specializzazione e selezione

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