Dal saper come fare al saper cosa fare

Capitolo quarto

una pressa e ne vengono ridotte le dimensioni, sviluppando il sistema in ver ticale anziché in orizzontale. Le ragioni della scelta vanno ricercate nelle esi genze dei calzolai che operano generalmente in spazi ridotti e, di conseguen za, identificano nello spazio di ingombro un fattore importante ai fini del l’adozione della macchina. Per Molina e Bianchi la prima macchina fabbricata è una pressa per suole i cui disegni sono stati loro regalati dalla Brustia e Lombardi. Molina ricorda come i margini di profitto offerti da quella macchina fossero ai tempi praticamente inesistenti, tale era la concorrenza sul mercato. Nondimeno “nel l’attesa di diventare produttori autonomi si produceva qualsiasi macchina” ; e l’occa sione, non più attesa ma cercata, si concretizza nell’introduzione di alcune modifiche alla pressa tacchi per renderla utilizzabile anche per le scarpe da donna con i tacchi a coda, che allora richiedevano un particolare tipo di pressatura. Alla capacità di cogliere e risolvere un’esigenza dei calzaturifici si accompagna quindi il primo di una lunga serie di brevetti firmati dai due tecnici. In termini sostanzialmente analoghi Luigi Zorzolo produce le sue pri me macchine: “riproduzioni dei modelli americani e tedeschi con l’introduzione di miglioramenti ed adattamenti suggeriti dall’esperienza personale” . L ’ astrazione associata al disegnare finisce, quasi paradossalmente, per avvicinare il meccanico al calzaturiere. Dalla riproduzione delle macchine adottate dai calzaturifici si passa alla progettazione degli adattamenti da in trodurre sulle macchine per renderle rispondenti alle esigenze dei loro utilizzatori. Per dirla con la formula suggestiva utilizzata da Terenzio Bianchi “ si copia, ma si progetta ” che nel suo caso vuole esprimere il riconoscimento per il debito acceso nei confronti di una macchina prodotta dalla tedesca Desma e, al contempo, sottolineare l’introduzione di elementi di differenziazione. Gli aspetti di differenziazione rappresentano naturalmente la rispo sta ai problemi ed alle esigenze di volta in volta manifestati dai calzaturifici. Risposta che è divenuta possibile perché sono mutati contestualmente sia l’ap proccio delle imprese meccano-calzaturiere sia, parimenti rilevante, il rappor to con i rivenditori e, soprattutto, con i calzaturifici. La nuova competenza è fatta di capacità produttive e di capacità innovative che poggiano e sfruttano la capacità di interagire con il calzaturificio per ricavarne lo stimolo per nuo ve soluzioni. Le macchine vengono installate e la disponibilità ad intervenire

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