ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
d’ Italia, Dall’Ottocento ai nostri giorni. Nuova edizione accresciuta , Einaudi, Torino 2006, pp. 502-503, ove si ricorda la “maggior flessibilità nell’impiego della manodopera” che tale strategia perseguita a partire dagli anni Settanta comportava, conseguendo “nello stesso tempo i vantaggi connessi a un clima di minor conflittualità sindacale, che solo in unità aziendali più piccole era possibile assicurarsi”. Specializzate in particolari lavorazioni, queste unità aziendali di dimensioni più ridotte “davano luogo a una produzione ‘a fase’ anziché in linea”. 34. Il decentramento produttivo che interessò Atom negli anni Settanta è rapidamente ricordato anche da M. Della Valle, Il settore macchine per calzature , in Competizione e crescita delle imprese sul mercato europeo , cit., p. 266. 35. Come osserva Andrea Colli, “nel corso dell’ultimo ventennio [...] si è potuto assistere, anche nel mondo dell’impresa minore e dei distretti industriali, a trasformazioni importanti variamente etichet tate in termini di ricomposizione e di gerarchizzazione”; tra le “determinanti di tale processo” Colli ricorda “l’evoluzione delle tecnologie produttive [ percorsa anche da Atom ] che rendono più conveniente rispetto al passato la concetrazione di alcune, se non tutte, le fasi del processo di fabbricazione”, cfr. A. Colli, Il quarto capitalismo. Un profilo italiano , Marsilio Editori, Venezia 2002, pp. 14-15. 36. Assemblea generale – 22 giugno 1984. Relazione del presidente Mario Bruggi , in Vent’anni di Assomac. La storia dell’Associazione dei costruttori di macchine per calzature, pelletteria e conceria, vissuta attraverso le relazioni d’Assemblea dei Presidenti. 1983-2003 , Edizioni Assomac, Vigevano 2003, p. 25. Per il vero, come sottolinea R. Virtuani, Il settore macchine per calzature , in Il sistema economico della Lomellina. Una ricerca e un convegno , cit., pp. 19-20: “Il comparto macchine per calzature tradizionali ha fatto registrare una crescita continua nella produzione in termini monetari fino al 1985. Il 1985 rappresenta il primo anno in cui la tendenza si è invertita facendo registrare in termini nominali valori della produzione tendenzialmente decrescenti anche se a tassi contenuti”. Tale trend trovava la sua ragione “in due ordini di fattori: il rallentamento della domanda sul mercato interno” e il mutamento, presentato come plurifattoriale, “delle condizioni ambientali del mercato internazionale”. Tuttavia, la stessa Virtuani riconosceva che, se “il mercato mondiale di macchine per calzature in pelle e in cuoio è quantificato in termini di volume delle esportazioni dei paesi ocse attorno ai 500 milioni di dollari annui” (un mercato “molto piccolo”, dunque), la leadership italiana era ormai assicurata con una quota “pari al 50% nel 1986”, ivi, pp. 25-26. 37. Assemblea generale – 25 novembre 1983. Relazione del presidente Mario Bruggi , in Vent’anni di Assomac, cit., pp. 13 e 14. La situazione dell’export del settore non avrebbe conosciuto differente descrizione nella relazione svolta da Bruggi l’anno successivo: “Oggi il mercato internazionale appare letteralmente spaccato in due gruppi che manifestano comportamenti del tutto dissimili: quello dei Paesi avanzati e quello dei Paesi in via di sviluppo e fortemente debitori verso l’estero. Il mercato del primo gruppo è oggi in apprezzabile crescita (con l’unica eccezione del Giappone), specie per quanto riguarda gli Stati Uniti e il Canada [...]. Il crollo del nostro export è stato particolarmente evidente in alcuni mercati che si erano fortemente sviluppati negli anni precedenti – il Messico, il Venezuela, l’Argentina, il Perù, la Colombia – ed in altri in grave crisi finanziaria – la Nigeria e l’ Iraq, ad esempio”. Bruggi non mancava, però, di dar conto delle ragioni della tenuta complessiva del com parto sottolineando il ruolo assunto dalle esportazioni verso i mercati emergenti: “Tassi di crescita dell’export particolarmente accentuati in altri Paesi emergenti – penso alla Cina, a Taiwan, all’ India ed all’Egitto – ci hanno però permesso di far fronte ad una situazione che altrimenti sarebbe stata oltremodo pesante”, cfr. Assemblea generale – 22 giugno 1984. Relazione del presidente Mario Bruggi , in Vent’anni di Assomac, cit., pp. 25 e 26. 38. Assemblea generale – 25 novembre 1983. Relazione del presidente Mario Bruggi , in Vent’anni di Assomac, cit., p. 18. 39. Atom veniva così ad avviare, accanto alla tradizionale produzione di macchine a “tecnologia matura”, una produzione assolutamente innovativa come fattore di successo strategico, si veda R. Virtuani, Il settore macchine per calzature , in Il sistema economico della Lomellina. Una ricerca e un convegno , cit., p. 33. In generale, sull’innovazione tecnologica si veda il saggio di C. Antonelli e F.
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