ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
Barbiellini Amidei, Innovazione tecnologica e mutamento strutturale dell’industria italiana nel secondo dopoguerra , in Innovazione tecnologica e sviluppo industriale nel secondo dopoguerra , Laterza, Roma Bari 2007, pp. 3-358. 40. Le società distributrici controllate e/o partecipate sono Atom Germania costituita nel 2005, Atom Francia nel 2006, Atom uk nel 2008, anno in cui iniziarono la loro attività anche Atom Spagna e Atom usa; nel 2009 si costituisce anche Atom India. 41. Ricordiamo che le medie imprese contano da 50 a 499 addetti e hanno un fatturato che si colloca tra i 13 e i 260 milioni di euro. Vale osservare che le dinamiche di sviluppo che Atom intraprende tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Duemila si riconoscono nei “caratteri emergenti della media impresa di distretto” che sono stati evidenziati nel saggio di P. Zagnoli, La media impresa “distrettua le” tra tradizione e innovazione , in Il caleidoscopio dello sviluppo locale. Trasformazioni economiche nell’ Italia contemporanea , a cura di G. Becattini, M. Bellandi, G. Dei Ottati e F. Sforzi, Rosenberg & Sellier, Torino 2001, soprattutto le pp. 272-274. A sottolineare le “matrici del cambiamento dell’impresa distrettuale”, Paola Zagnoli evidenzia, appunto, l’inserimento della nuova generazione nell’azienda, una rinnovata sensibilità organizzativa, la capacità di dar corso a prodotti “complementari, similari, diversificati”, l’avvio della delocalizzazione produttiva (anzi “l’internazionalizzazione commerciale o produttiva hanno costituito parte integrante del processo di crescita delle medie imprese italiane”, ma su questo tema si vedano le importanti osservazioni avanzate su un settore quanto mai centrale per il meccano-calzaturiero da G.L. Gregori, L’impresa distrettuale calzaturiera in una prospettiva internazionale , Giappichelli, Torino 1996), la capacità di operare cambiamenti tecnologici di natura sistemica, quali appunto l’integrazione del cad/cam, percorsi tutti che permettono di acquisire la “ leadership in segmenti specifici di mercato” di cui si possiede ormai “una visione strategica”. Pur avendo assunto come oggetto di ricerca empirica il distretto pesarese dell’industria del mobile, lo studio di Paola Zagnoli fornisce, come si è visto, un prezioso quadro delle coordinate teoriche entro le quali leggere lo sviluppo della media industria in Italia: su questo tema si veda anche il saggio di M. Balconi, A. Moisiello, M. Mutinelli, La fine della polarizzazione: le caratteristiche e la crescita dei gruppi medi italiani , in “Economia e politica industriale”, xxv, 1998, n. 97. 42. Cfr. V. Balloni, D. Iacobucci, I “nuovi protagonisti” dell’industria italiana , in “L’industria. Rivista di economia e politica industriale”, 2001, pp. 633-676. Su tali sviluppi importanti restano anche le considerazioni avanzate da A. Colli, Il quarto capitalismo. Un profilo italiano , cit. 43. Tale sviluppo, per il vero, rappresenta un trend che si riscontra in ricostruzioni più generali dell’attività imprenditoriale in Italia dopo gli anni Ottanta, si veda, ad esempio, quanto scrive M. Moroni, L’imprenditoria marchigiana nella seconda metà del Novecento , in Imprenditorialità e sviluppo economico. Il caso italiano (secc. xiii-xx) , Società Italiana degli Storici Economici – Università Bocconi, 14-15 novembre 2008, a cura di F. Amatori e A. Colli, Egea, Milano 2009, p. 113: “È evidente che dopo il ruolo propulsivo svolto dall’imprenditoria minore nella fase della grande crescita, doveva emergere una imprenditoria più matura, dotata di maggior formazione, capace di gestire moduli organizzativi e tecnologici più complessi e in grado di affrontare le nuove sfide dei mercati internazionali: è appunto quello che è avvenuto a partire dagli anni Ottanta”. Più in generale, il processo di cooptazione della seconda generazione in Atom, inizialmente soprattutto, ha dato risposta al problema della formazione del top management , formazione che è avvenuta “coinvolgendo direttamente gli eredi nella gestione quotidiana”. Che gli eredi, poi, abbiano dato vita alla loro “rivoluzione”, in verità, non è fenomeno raro nel panorama industriale italiano; non a caso, come nota Colli, è usualmente “uno degli eredi, in possesso di una formazione in genere tecnica di livello superiore a quello presente in azienda sino a quel momento, a consentire il salto di qualità”, a far intraprendere alla società un percorso di modernizzazione, cfr. A. Colli, I volti di Proteo. Storia della piccola impresa in Italia nel Novecento , cit., pp. 297-298.
atom: da vigevano al mondo
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