ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

chi svolge un compito molto specializzato lo fa nel modo migliore”, cfr. D. Velo, Economia e società nella Vigevano di Mastronardi , cit., p. 77. Mette conto di notare, comunque, il contesto culturale a cui il brano si indirizzava: l’esaltazione antidemocratica della specializzazione del sapere politico. 19. Cfr. D. Velo, Economia e società nella Vigevano di Mastronardi , cit., p. 86, dove sulla base del censimento del 1961 si osserva come fossero presenti a Vigevano solo quattro imprese che potevano contare su un numero di addetti superiori alle 50 unità, per un totale di 242 persone. Invece erano 78 gli esercizi che disponevano tra 10 e 50 addetti, per un totale di 1.534 dipendenti. Venti anni più tardi, il censimento del 1981 rilevava una situazione di netta espansione del settore, contando la presenza di 233 ditte con 2.779 addetti: “si trattava”, come osserva Biscossa, “in prevalenza di piccole imprese”: cfr. S. Biscossa, Storia dell’industrializzazione a Vigevano (1743-1985). Parte prima. Gli imprenditori , cit., p. xxxvi. Ancora nel 2009 si può leggere in una descrizione delle caratteristiche peculiari del comparto meccano-calzaturiero la notazione che “ben poche realtà contano su organici al di sopra di 100 addetti”, cfr. G. Gaia, Leadership italiana e mercato cinese: il comparto meccano-calzaturiero , in Cina e oltre. Piccola e media impresa tra internazionalizzazione e innovazione , a cura di S. Beretta e P. C. Pissavino, Rubbettino, Soveria Mannelli 2009, p. 204. Per il vero, vale ricordare che tra il 1984 e il 1996, anni in cui la crescita competitiva dei produttori taiwanesi impose alle imprese vigevanesi una accelerazione nell’innovazione tecnologica e una forte razionalizzazione nei comportamenti aziendali, il numero dei dipendenti del gruppo Atom si mantenne ben oltre quella soglia, oscillando tra le 295 e le 310 unità (Fonte: dati Atom), in controtendenza quindi con la perdita di addetti (- 2,8%) che nel decennio 1981-1991 veniva a interessare il settore della meccanica leggera, cfr. M. Bellandi, “Terza Italia” e “distretti industriali” , in Storia d’ Italia. Annali 15. L’industria , cit., p. 870. 20. G.C. Cainarca, Dal saper come fare al saper cosa fare. La storia dell’industria italiana delle mac chine per calzature 1900-1983 , cit., pp. 156 e 119. 21. I mercati di sbocco dei prodotti Atom sono andati sempre più ampliandosi e, ad esempio, nel 1995 le loro quote relative erano così ripartite: 55% della produzione era assorbita dal settore calzaturiero, 18% da quello della pelletteria, 6% dalla corsetteria, 4% dagli articoli sportivi, 3% dai giocattoli, 6% dall’industria automobilistica, 3% da componenti in gomma e in plastica, 2% da componenti abrasivi, 4% da componenti industriali (Fonte: dati Atom). 22. Dati forniti dall’Azienda. 23. M. Salvati, Sviluppo economico, domanda di lavoro e struttura dell’occupazione , Bologna, il Mulino 1976, pp. 47-48. Più recentemente il periodo compreso tra il 1958 e il 1963 è stato definito come anni di “supercrescita” da V. Zamagni, Dalla periferia al centro. La seconda rinascita economica dell’ Italia 1861/1990 , il Mulino, Bologna 1990. 24. Vale notare che trent’anni dopo la proporzione tra mercato interno e mercato estero, riferita all’intero sottosettore delle fustellatrici e delle macchine per il taglio, sarà dichiaratamente rovesciata: nel 1995 il 30% della produzione resta la quota che viene assorbita dal mercato interno. 25. La notizia è tratta dal volume Moreschi. Cinquant’anni di scarpe 1946-1996 , Ievve, Vigevano 1996, p. 20. L’enfasi con cui il periodico vigevanese seguiva la manifestazione andò aumentando di anno in anno: per l’edizione tenutasi nel settembre 1960, anno delle Olimpiadi di Roma, così titolava: “Qui il mondo per una colossale settimana della calzatura”, per poi riconoscere che “ormai bisogna usare dei nuovi aggettivi”, e conseguentemente celebrare “l’olimpiade della scarpa”, cfr. “L’informa tore vigevanese”, 8 settembre 1960, p. 1; in quell’anno, ad aprire la Mostra, intervenne il ministro dell’ Industria e Commercio, onorevole Emilio Colombo. Nel numero successivo, pubblicato il 15 settembre, descrivendo gli stand in cui si articolava la mostra, “L’informatore vigevanese” ricordava la presenza di Atom tra i costruttori di “Macchine e accessori per la lavorazione e la vulcanizzazione della gomma”, ivi, p. 3. 26. Basterebbe considerare il fatto che già nel 1981 fra i primi dieci produttori di calzature l’unico paese europeo rimasto fosse l’ Italia, mentre, tra i maggiori, comparivano new comers come Cina, India, Brasile, Corea del Sud, cfr. G.C. Cainarca, Dal saper come fare al saper cosa fare. La storia dell’industria italiana delle macchine per calzature 1900-1983 , cit., capitolo v, Dall’ Italia alla Germania

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