ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

3. Per il vero, comparsa della produzione in gomma e sviluppo della meccanica per la calzatura furono percorsi imprenditoriali fortemente interrelati, come ricorda S. Biscossa, Il processo di in dustrilizzazione a Vigevano (1700-2000). Una sintesi , in “Viglevanum. Miscellanea di studi storici e artistici”, 21, 2011, p. 79: infatti, fu proprio la comparsa della scarpa in gomma, “bisognosa di nu merosi macchinari”, a determinare “un impulso consistente alle imprese meccaniche che andavano aumentando con sensibile accelerazione”. 4. Di “primato nazionale” per i fratelli Rossanigo scrive S. Biscossa, Il processo di industrializzazione a Vigevano (1700-2000). Una sintesi , cit., p. 79. Così un anonimo imprenditore vigevanese della prima generazione (plausibilmente uno dei fratelli Rossanigo) ripercorreva l’inizio della produzione della scarpa in gomma a Vigevano in un’intervista concessa il 3 aprile 1968 a Dario Velo: “Nell’industria delle scarpe di gomma ... siamo stati i primi nel 1930. Allora noi facevamo le scarpe di pelle; c’è stata la crisi del ’29 e osservando le caloches che vendevano, a certi prezzi, abbiamo subito intuito che c’era convenienza [...] così prima abbiamo preso delle macchine inizialmente per i primi mesi, proprio per i primi mesi di ripiego, anche perché andavamo a gradi nel saggiare le possibilità di produzione etc. Poi, quando si è visto che la cosa era riuscita, allora abbiamo fatto l’impianto. L’impianto vero e proprio, con lo stabilimento e i macchinari e tutto quanto. In Italia i macchinari allora non c’erano ancora per la produzione di scarpe di gomma. E attraverso i tecnici della gomma, risalendo, poco a poco, si è venuto a capire che c’erano le macchine per fare la gomma in Germania”, cfr. D. Velo, Economia e società nella Vigevano di Mastronardi , in Per Mastronardi , Prefazione di Maria Corti, La Nuova Italia, Firenze 1983, p. 90. Nonostante il rischio di “abbandonare un certo [ la produzione delle scarpe in cuoio ] per quasi l’incerto [ la produzione di quelle in gomma ]”, l’avventura imprenditoriale dei due fratelli incontrò il successo e l’innovazione permise loro di affrontare un “lavoro importante”, quando “il ‘tennis’[ ovvero la scarpa da tennis ] è valso di moda, come un articolo nuovo, di moda; e quindi ha preso uno sviluppo repentino, il consumo; ha capito? mentre adesso è in fase di ribasso, stagnante; proprio, non so, per giocare un po’ a tennis, per giocare pallacanestro. Allora invece si vendevano come scarpa da lavorare, non so, da andare a Ticino”, ivi, p. 91. Ovviamente la produzione non si limitò solamente alla scarpa da tennis ma comprendeva anche “stivali di gomma, scarpe-neve, allora c’erano le scarpe-neve; gli stivali da ragazzo che si vendono ancora adesso, allora c’erano già”, ivi, p. 92. Per il vero, la produzione della calzatura in gomma era appodo abbastanza frequente per gli imprenditori calzaturieri vigevanesi prima della Seconda guerra mondiale, come testimoniano le altre due interviste raccolte da Dario Velo: la prima il 1° aprile 1968: “Mio padre [...], per fare i sandali, aveva comprato una fabbrica apposta dove tutto l’anno faceva i sandali. E quando poi si è dedicato alla scarpa di gomma, ha abbandonato questa piccola fabbrica, e ha lasciato a noi [ fratelli ] la fabbrica vecchia”, ivi, p. 100. La seconda il 10 aprile dello stesso anno: “Poi nel 1950 [ l’azienda ] si è divisa: ossia l’industria della gomma è passata a uno dei figlioli [...]. L’industria delle calzature è passata direttamente a me che sono il nipote”, ivi, pp. 106-107. 5. Cfr. G.C. Cainarca, Dal saper come fare al saper cosa fare. La storia dell’industria italiana delle macchine per calzature 1900-1983 , cit., cap. vi, L’alternativa alla calzatura in cuoio. Materiali nuovi e nuove tecnologie. Dalla vulcanizzazione all’iniezione , pp. 151-152. 6. Per quanto fosse diffuso il pendolarismo dai comuni limitrofi a Vigevano, ristrettissimo, alla fine urbano, restava per moltissimi dipendenti lo schema tempo-spazio della vita quotidiana in cui venivano a costituirsi gran parte delle relazioni sociali ed economiche, non solo loro ma degli stessi imprenditori: sull’importanza di tale schema tempo-spazio per la definizione delle aree del mercato del lavoro locale, cfr. F. Sforzi, The quantitative importance of Marshallian industrial districts in the Italian economy , in Industrial District and Inter-Firm Co-operation in Italy , edited by F. Pyke, G. Becattini, W. Sengerberger, Ilo, Genève 1990. 7. L. Mastronardi, Il calzolaio di Vigevano , cit., p. 331. Non diversamente, ma con la consapevolezza dell’instabilità che fortune improvvise recano con sé, anche Guido Piovene aveva descritto efficace mente il fenomeno di “gemmazione” (i dipendenti delle imprese si mettono in proprio) che interessò il processo di industrializzazione dell’ Italia anni Cinquanta e Sessanta: “Gli operai vengono tutti di fuori

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