ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
dirigenti della responsabilità di aziende che, per quanto controllate, avessero una precisa identità, e – come nel caso di Ellegi, di Cobmer e Fipi – ponessero il proprio marchio a differenti linee di macchine. L’attività produttiva passò dalla dimensione in linea a quella a fase, così che, in rapida successione, vennero costituite la Siat, società specializzata in carpen teria, con stabilimento a Garlasco; Elemac, che produceva impianti elettrici a Cassolnovo; alla verniciatura era stata deputata la Visat, con sede a Gambolò. La società controllata più importante era sicuramente la Secom, anch’essa sorta a Gambolò, dove veniva prodotto, per così dire, il cuore meccanico delle fustella trici, mentre a Vigevano rimaneva la capogruppo, a integrare amministrazione, ufficio commerciale, il personale addetto alla Ricerca & Sviluppo nonché il reparto di assemblaggio delle macchine 34 . Erano, invero, gli anni in cui il tra sferimento della sede di Atom spa in via Morosini, completato nel 1975, forniva con i suoi dodicimila metri quadrati anche simbolicamente un’immagine di imponente solidità aziendale. Questo sistema organizzativo e di business , che faceva della sede vigevanese una sorta di hub , rappresentò un modello di sviluppo assolutamente funzionale sia alle dinamiche di mercato sia al contesto economico che contraddistinse la storia del comparto meccano-calzaturiero dagli anni Settanta agli anni Novan ta, rispetto al quale tale configurazione si propose come una sorta di unicum . All’inizio degli anni Novanta cominciarono a mostrarsi criticità, rilevabili in alcune diseconomicità del processo produttivo. Contemporaneamente la mag gior cultura aziendale nel controllo dei processi che caratterizzava la seconda generazione portò a un cambio di governance che, tra il 1995 e il 2000, ridusse l’articolazione del precedente disegno gestionale a soli due poli, ex-Secom di Gambolò e Atomdi Vigevano, con la prospettiva di ricomprenderli sotto un’uni ca ragione sociale 35 . Semplificazione, questa, che si accompagnava – essendone, però, anche necessitata – alla innovazione tecnologica del prodotto, alla strategia di localizzazione in Cina, alla progettazione e alla costruzione dell’architettura delle controllate in Brasile, Europa, Stati Uniti e India. Se questo, in breve, resta lo sviluppo dell’impresa, dal “federalismo” anni Settanta/Ottanta alla “monocrazia” degli anni anni Novanta, vale osservare, tuttavia, come queste due tappe si presentino come una specifica risposta alla trasformazione dell’ambiente economico e sociale: infatti se il “federalismo” anni Settanta testimoniava un certo mimetismo nei confronti dei comportamenti organizzativi seguiti dai grandi gruppi industriali, anch’essi interessati tanto a una rinnovata organizzazione delle funzioni di management quanto alla ride finizione dell’ asset finanziario, la semplificazione societaria avviata negli anni Novanta è stato requisito irrinunciabile per declinare strategie rispondenti a un mondo sempre più globalizzato. Vediamo perché.
atom: da vigevano al mondo
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