ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

Pur in questa rapida ricostruzione, le tappe della presenza di Atomnegli Stati Uniti – posizione che oggi resta ben consolidata grazie a Atom usa – mostrano come già a fine anni Sessanta, seppure come attività di commercializzazione, il processo di internazionalizzazione fosse frutto, da parte dell’azienda, di un’at tenta pianificazione, tale da permettere una chiara affermazione del prodotto anche sumercati industrialmente più avanzati e tecnologicamente più sofisticati. I vertici di Atom avevano per tempo compreso che lo sviluppo dell’impresa dipendeva da una efficace attività di marketing sul mercato internazionale, e che questa stessa, benché avesse nelle caratteristiche di affidabilità del prodotto il proprio punto di forza, doveva essere frutto di un’attenta analisi sia del livello della domanda sia delle forme più adeguate per introdursi e affermarsi nei mercati che la esprimevano. A questa analisi si accompagnava un progressivo affinamento dei tools im prenditoriali che, puntando ovviamente sul miglioramento delle caratteristiche tecnologiche del prodotto, veniva a sostenere un’attività promozionale che già alla fine degli Cinquanta – come si è visto – aveva conosciuto un’intensa par tecipazione a manifestazioni fieristiche. La costruzione della reputazione dell’impresa a livello internazionale fu quindi frutto di attente pratiche di commercializzazione che tennero in grande considerazione il cliente finale con cui Atom ha sempre voluto costantemente mantenere un rapporto previlegiato, così da creare le premesse per una sua fide lizzazione. Di più, questa attenzione al cliente, rispondendo prontamente e “da vicino”, per così dire, ai suoi bisogni, ha permesso di ridurre quella “mediazione tecnologica” che il rivenditore veniva inevitabilmente a esercitare. Secondo una evoluzione della governance diffusa nell’industria italiana durante i primi anni Settanta, anche Atom compì la scelta di articolarsi in un gruppo di società, deputate a seguire specifiche fasi produttive, disseminate, inoltre, nel territorio del distretto. Se alcune ricerche sottolineano come tale scelta, nella storia dell’industria italiana dei primi anni Settanta, fosse stata dettata da una strategia volta a riarticolare i grandi centri produttivi in unità più piccole per operare un frazionamento della classe operaia in anni in cui la conflittualità sindacale risultava elevata 33 , in realtà in Atom la creazione del gruppo fu ispirata da altra filosofia. Se certamente i fondatori non intendevano che l’impresa assummesse dimensioni davvero fuor di misura per le caratteristi che proprie del comparto meccano-calzaturiero, resta vero che la costituzione del gruppo ubbidiva anche a una politica premiale nei confronti del manage ment . Per valorizzarne la professionalità, infatti, si ritenne utile investire alcuni La logica del gruppo

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