ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
del secondo conflittomondiale, nel 1935, a Vigevano la produzione delle calzature in gomma superava i 6milioni di paia l’anno, quando quella tradizionale in cuoio raggiungeva i 9 milioni. D’altronde, fu proprio per rispondere a una domanda segnata dalle difficoltà della crisi del 1929 che i fratelli Rossanigo impiantarono la prima fabbrica di produzione di scarpe da tennis 4 , seguiti, nel 1931 da Ursus Gomma, Natale, Gibili, Ilce Gomma, Dondé, Mainardi, Masera, e altri ancora 5 . Dati davvero significativi, questi, che accompagnano il profilo economico di Vige vano negli anni Trenta e nel secondo dopoguerra fino ai primi anni Sessanta, una città la cui vita sociale era scandita non tanto e non solo dal tocco “del campanon dal Dom”, ma, soprattutto, dalle sirene delle grandi fabbriche, dallo sciamare delle biciclette degli operai per le strade, a fine turno 6 . Una realtà che consentiva una accentuata mobilità sociale, così come sapeva descriverla Mastronardi: Padroni che erano [ stati ] suoi operari, garzoni erano. Padroni arrivati da poco a Vi gevano coi piedi fuori, da chillo paese; padroni che erano poveri, ma strasé strason strasoni; passeggiare parlando di miliun, miliun, come patacche, miliun 7 ! Gente, tutta, dagli imprenditori alle maestranze, ai semplici operai, agli apprendisti poco più che adolescenti, che “fece Vigevano” con tenacia, con un impegno continuo, lasciando poche ore al riposo 8 , dando così corpo a un’etica del lavoro, se si vuole, inarticolata perché assolutizzante e spiccia, ma quant’altre mai efficace 9 . Nel 1946, dunque, Atom diveniva attore di un mondo in trasformazione, brulicante non solo di “fabbrichette” e “fabbriconi” di scarpe ma anche di of ficine meccaniche 10 in grado, in primo luogo, di riparare macchine utensili straniere (tedesche e americane) ma soprattutto, passo dopo passo, di costruirne di proprie 11 . Stimolato da un’industria calzaturiera in pieno sviluppo 12 , si affermava in città un comparto meccano-calzaturiero 13 che per più ragioni, come si vedrà in seguito, sarà sempre meno ancillare rispetto alle esigenze delle aziende calza turiere vigevanesi, e anzi – vivendo e prosperando sulle conoscenze acquisite in stretto contatto con la produzione locale della calzatura – diverrà in grado ben presto di declinare la propria propensione a un mercato ben più vasto e alle prime forme di internazionalizzazione. Quello qui descritto rappresenta il trend che ha caratterizzato l’affermazione delle imprese meccano-calzaturiere del distretto di Vigevano fino a raggiun gere, durante gli anni Settanta, la leadership mondiale. In questa prospettiva, si potrebbe osservare che la storia del distretto potrebbe essere ricapitolatata dalla trasformazione che ha segnato il sistema produttivo vigevanese: da offici na meccanica a impresa, dal mercato locale alla conquista di quello globale. Il successo del comparto meccano-calzaturiero può essere ricondotto a un ideale
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