ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
Atom: da Vigevano al Mondo Paolo C. Pissavino
I primi anni di attività
“Saloncino” [ ovvero piccolo laboratorio artigiano ], “salone”, “fabbrichetta”, “fabbrica”, “fabbricone”. Questa la litania delle speranze snocciolata da molti artigiani diventati con lavoro e fatica imprenditori nell’immediato secondo dopoguerra, litania che Lucio Mastronardi ha saputo ben ricostruire nel suo Il calzolaio di Vigevano , curando, anzi, di chiosarla con l’ amen che poteva an nientarne il climax , per così dire, trionfale, senza trascurare, però, di dar voce anche all’ansia di immediato riscatto: guardate padron Maneri: aveva il fabbricone sulla Giacchetta e cudiva il saloncino nella sua corte. Quando l’è andai cü per terra, gli è venuto buono e si è messo un’altra volta avanti 1 . In questa temperie, dunque, ha preso vita l’attività di Atom, società di fatto fondata nel 1946 da Emiliano Cantella, Luciano Deambrosis e Lorenzo Gaia a Vigevano, in una città che già prima della Seconda guerra mondiale era stata capitale della scarpa – nel 1939, per decreto ministeriale, vi era stata istituita la “Mostra Mercato nazionale delle calzature” – e che dopo il conflitto sapeva, comunque, fare i conti con una realtà mutata di molto, come ricordava Ma stronardi: con la molla [ ovvero fiacca, crisi ] che c’è, che più nessuno vuole scarpe, neanche se la gente si è messa andare in giro a pè scalzi 2 . Prosperando, infatti, la produzione della più economica scarpa in tela con suola in gomma, la cosiddetta “scarpa da tennis”, e le imprese vigevanesi che la producevano, Atom incominciò la sua attività fabbricandomacchine vulcanizza trici atte a soddisfare innanzitutto le richeste del mercato locale 3 . Infatti, già prima
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