ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

verso, che cosa era “poco”? “Poco” erano i fatti riportati, la ricostruzione degli sviluppi tecnologici dei prodotti, l’analisi del processo di internazionalizzazione e delle articolazioni più recenti dei settori merceologici di sbocco, o ancora le innovazioni gestionali? A ben guardare, quel “poco di Atom”, sottolineato dal manager , alludeva ad altra immagine di impresa, anzi di “Impresa”, intesa pro prio come azione collettiva con cui dar senso al proprio lavoro e alla propria vita, per avere l’orgoglio di essere “uomini Atom”. Invero, proprio per loro, pane e Atom , per usare una formula fin popolaresca nella sua evidente semplicità, è norma che ha riassunto, e riassume ancora, giornate intense di lavoro nelle quali la sobrietà del vivere è sempre stata qualificazione del “vivere pienamente l’azienda” 10 , esperienza per la quale corrono ancora incisive le considerazioni che uno storico come Armando Frumento – all’inizio degli anni Sessanta, quindi nel pieno del boom economico – dedicava a descrivere il “tipico pioniere lombardo”: era un uomo sobrio e semplice; che allevava i figli come i dipendenti, per poterne fare poi dei collaboratori e dei continuatori; che investiva i profitti non nel lusso, ma nell’impresa guardata come discendenza da perfezionare, come dimensione della pro pria famiglia 11 . 1. W. Baumol, Enterpreneurship in economic theory , in “American Economic Review”, 58, 1968, Papers and Procedings , p. 64. Ancora recentemente, ricordando lo scritto di Baumol, Pier Angelo Toninelli ha riconosciuto che “da allora le cose non sono cambiate molto”, cfr. P.A. Toninelli, Storia d’impresa , il Mulino, Bologna 2006, p. 14. In questa linea di ricerca, vale ricordare come anche Franco Amatori nel suo saggio Entrepreneurship , in “Impresa e storia”, 34, 2006, p. 233, non a caso intitoli il primo paragrafo An elusive phenomenon , ritornando in altra pagina a sottolineare le cautele d’indagine che devono essere tenute presenti per lo studio dell’imprenditorialità: “We should use caution and delicacy when discussing entrepreneurship. In fact, entrepreneurship is innovation, decision making at the highest levels, risk, and ability to take advantage of favorable business conditions”, cfr. F. Amatori, M. Bugamelli and A. Colli, Italian Firms in History: Size, Technology and Entrepreneurship , paper presented at the Conference “Italy and the World Economy, 1861-2011”, Rome, Banca d’ Italia 12-15 October 2011, “Quaderni di Storia Economica. (Economic History Working Papers)”, 13, p. 22. 2. F. Amatori, Entrepreneurship , cit., p. 233. 3. Cfr. G. Sapelli, Storia economica dell’età contemporanea , Bruno Mondadori, Milano 1997, capi tolo 6, La fisiologia del capitalismo italiano: concentrazione e diffusione . D’altronde, come osservava Angelo Pagani nel suo pionieristico saggio su La formazione dell’imprenditorialità , lo stesso “esercizio delle attività imprenditoriali ha rappresentato, di fatto, uno dei più importanti ‘schemi di mobilità’ della società capitalistica”, cfr. A. Pagani, La formazione dell’imprenditorialità , Edizioni di Comunità, Milano 1964, p. 149. Di miracolo economico, anche in relazione all’area vigevanese, come “esperienza globale vissuta da tutto il nostro sistema”, di anni in cui “la domanda era superiore all’offerta, in cui si trattava di produrre per una ampia domanda insoddisfatta”, scrive Dario Velo negli atti del convegno “Idee e proposte per l’economia vigevanese” (Vigevano, 16 giugno 1989) in Il sistema economico della Lomellina. Una ricerca e un convegno , cit., p. 204. Note

i tre fondatori: Per un’analisi critica

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