ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
Un clima di professionalità e valori saldi che si sono proiettati inevitabil mente sulla cura e sul rispetto per le risorse umane e il lavoro che svolgeva no in azienda, creando un microcosmo costellato di collaboratori in grado di condividere, beneficiare e portare avanti la loro unione. E in sessantacinque anni mai un solo problema con i dipendenti, perché il clima in cui si operava predisponeva alla crescita: fin dalla prima raspatacchi, infatti, la gestione era finalizzata allo sviluppo e guardava al futuro.
Oggi
Sessantacinque anni di storia e tre uomini che si sono scelti per viverla. Uniti nella fiducia e nella caparbietà. Per arrivare, oggi, a poter contare dieci sedi nel mondo e oltre duecentomila macchinari installati. Tre uomini che si sono scelti, sì, e un’impresa, la loro, che tutti scelgono ancor’oggi. Nella seconda parte degli anni Novanta, sempre in tre e sempre insieme, hanno saputo accompagnare la Atom al cambio generazionale. Un cambia mento, imposto dal tempo che scorreva, che li ha visti guidare i rispettivi figli come bussole sempre precise, dando loro il giusto orientamento e, soprattutto, infondendo quei valori che sono stati la malta con cui costruire una grande “impresa”. Quei valori che i figli hanno poi saputo, con grande capacità e merito, fa re propri adattandoli alle esigenze dei momenti ormai cambiati, rispettando comunque quella continuità al lavoro di una vita. E, così facendo, rinnovare quella promessa, mantenuta negli anni dai padri, di instaurare un clima, una passione per cui... a lavorare ci si va consapevoli di partecipare a un grande progetto di leadership e di continuità aziendale, destinato a durare nel tempo, al di là e al di sopra delle persone che in un determinato momento ne hanno la responsabilità di conduzione. Non a caso lo slogan che da anni ormai contraddistingue la documentazione di marketing dei prodotti, Atom potenza sicura nel tempo , ben si potrebbe addire a esemplificativo “motto” per la storia di questa impresa.
Note
1. Sul Maestro di Vigevano , film girato da Elio Petri nel 1963, si vedano le considerazioni di L. Farinotti, L’officina del visibile: tracce dell’immaginario cinematografico lombardo , in Storia d’ Italia dall’Unità a oggi. La Lombardia , cit., p. 1116. 2. “Non avevano neppure una lira per far saltare una scimmia”: locuzione dialettale che – con l’e vidente richiamo a un’ambientazione da circo o, meglio, da fiera paesana – allude a una significativa penuria di danaro. Va osservato che in una ricerca condotta durante gli anni Settanta su L’industria
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