ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
testimonianze d’eccellenza che – come si è visto – Atom ha raccolto negli oltre sessant’anni di attività, e le pagine che seguono, semmai, sono rivolte a rac cogliere il precetto che Benvenuto Cellini aveva posto a incipit della sua Vita : Tutti gli uomini d’ogni sorte, che hanno fatto qualche cosa che sia virtuosa, o sì vera mente che la virtù somigli, doverieno, essendo veritieri e da bene, di lor propria mano descrivere la loro vita; ma non si doverebbe cominciare tale impresa prima che passato l’età de’ quarant’anni 9 . Autobiografia, dunque, più che storia di un’impresa famigliare, in cui i tra dizionali snodi problematici (famiglia o management , internazionalizzazione, passaggio generazionale, ecc.) sono messi alla prova e divengono racconto di un “io narrante” attento a declinare le strategie e i progetti che ne hanno guidato lo sviluppo. Però, per quanto l’autobiografia possa offrire ai propri lettori l’esempla rità di una esperienza di vita 10 , al tempo stesso e per suo stesso statuto non può e non deve essere monologo autoreferenziale o, peggio, autocelebrativo 11 . Per tale ragione, a illustrare le dinamiche anche storiche dell’attività di Atom, è stato organizzato un reticolo di approfondimenti, affidati ad accademici, specialisti in varie discipline, e a esperti del settore, con cui costituire il profilo esigente di uno scarto sia da ogni forma di gratuita autocelebrazione sia da una monocorde storia d’impresa, venendo a dar vita, piuttosto, a quella “civil conversazione” tra “artefici” e “letterati” a cui aveva già guardato con favore la cultura non solo italiana del tardo Rinascimento. D’altronde, lo statuto plurale dell’impresa – la proprietà e il management , da un punto di vista dell’organizzazione interna; innovazione, internazionalizzazione come vettori della performance dell’azien da – non meno di quello di un settore, come quello meccano-calzaturiero, che è contraddistinto da un peculiare rapporto triadico (imprenditore meccano calzaturiero, imprenditore calzaturiero e rivenditore che raffigura la “mano visibile” che opera quale specifico canale distributivo del settore) 12 , esige una visione articolata, irriducibile a una singola prospettiva d’analisi. E tale struttura del settore mette a fuoco, per il vero, un’altra condizione dello stile autobiografico, perché “la memoria” nelle autobiografie “ha un particolare carattere; è memoria della propria età contemporanea e di se stesso” 13 . Sicché, la realtà del distretto meccano-calzaturiero di Vigevano resta ineludibile sfondo e contesto di un’esperienza, quale quella delineata da Atom che, tuttavia, già nei primi anni Sessanta aveva fatto delle dinamiche dell’internazionalizzazione uno dei propri punti di forza. E se la Vigevano di quegli anni ritrova nella peculiare sensibilità di uno scrittore quale Lucio Mastronardi una lettura agra e paradossale 14 , se i giudizi che Giorgio Bocca aveva redatto del “precapitalismo confusionario e dilettan tesco dei magliari di Carpi o dei calzaturieri di Vigevano” 15 dipingevano la
un’autobiografia
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