ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
calzatura militare. Tale atteggiamento, tecnologicamente autarchico, era par ticolarmente vero nel caso delle fustellatrici. Dati i bassi requisiti tecnologici e di sicurezza che venivano normalmente associati dal management locale a un sistema di taglio a fustella, molte aziende a capitale pubblico ritenevano di essere in grado di produrre trance direttamente all’interno dei propri laboratori di manutenzione, cogliendo così l’occasione “politica” per impiegare ulteriore manodopera, senza particolare riguardo per l’efficienza. Facevano eccezione le aziende di Quindao, nel Nord Est, di grandi dimensio ni, competitive e forti, spesso per effetto degli investimenti diretti guidati dalla Corea del Sud, dotate di cultura manageriale e capitali adeguati ad acquistare tecnologia avanzata. Al Sud, nella zona del Guandong, nel distretto di Wenzhou ma anche nella zona centrale del Sichuan esisteva invece un vivace tessuto imprenditoriale costituito in gran parte da aziende a proprietà privata. Al Sud prevaleva l’acquisto di macchine per il taglio prodotte da costrut tori specializzati, non realizzate nell’officina interna alla fabbrica, e i processi di acquisto erano spesso veloci e senza particolari formalità tecniche. Dopo le plane cutter, il modello di fustellatrice più richiesto era quello delle vecchie fustellatrici a braccio Usm (il tradizionale modello gsbc2). Queste ultime po tevano di volta in volta essere macchine ufficiali prodotte in Cina tramite una joint-venture , oppure mere copie di costruttori locali. Le fustellatrici gsbc2 di fabbricazione cinese si vendevano bene perché costavano molto meno di quelle di fabbricazione occidentale, anche grazie all’assenza di dazi, funzionavano in modo accettabile, e soprattutto erano disponibili con brevissimo tempo di consegna. Quest’ultimo elemento rappresentava un ulteriore, fondamentale fattore di vantaggio competitivo della produzione locale. Le fustellatrici veni vano spesso acquistate non tanto in base a una specifica programmazione di investimenti produttivi, ma tatticamente, per far fronte a improvvisi picchi di lavoro. Le modalità di acquisto del tipico imprenditore cinese erano a macchi na “vista e piaciuta”, con pagamento cash alla consegna, purché rapidissima. Per i rivenditori locali diventava molto più semplice proporre una macchina sufficientemente affidabile e a buon prezzo come la gsbc2, che non richiedeva particolari accorgimenti tecnologici e che poteva essere consegnata rapidamen te al cliente senza generare specifici problemi di supporto tecnico. Le imprese medio-piccole a capitale privato, che non avevano né gli skill né la struttura per pianificare a medio termine i propri investimenti in macchinari, erano di fatto inavvicinabili con l’offerta di fustellatrici Atom di importazione, non solo per questioni di prezzo finale penalizzato dai dazi doganali, ma anche per i lunghi tempi di consegna che di fatto avrebbero imposto di mantenere un elevato livello di disponibilità di magazzino di macchine già importate e pronte alla consegna.
atom con gli occhi a mandorla
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