ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale
turieri cinesi come di minore importanza rispetto a quelli che testimoniavano un più diretto impatto sulla qualità percepita del prodotto finito, come in tutta evidenza avevano i macchinari di montaggio – per la calzatura in cuoio – e i sistemi per l’iniezione diretta del fondo – per la calzatura con suola in mate riale sintetico. Il vantaggio di costo dei processi manifatturieri cinesi era infatti allora così ampio da non aver ancora bisogno di confrontarsi con gli argomenti razionali di efficienza industriale proposti da Atom, che diventeranno rilevanti in questo mercato solo molti anni più avanti. Poiché il taglio era ritenuto poco importante, anche le prassi tecnologiche in uso per questa fase del processo manifatturiero erano particolarmente arre trate. Nel tipico calzaturificio cinese, il taglio era il reparto con il minor tasso di penetrazione di macchine “straniere”. Diversamente dai reparti con le fasi finali di produzione della calzatura, dove in molti casi si utilizzavano macchine italiane o loro surrogati d’imitazione, le tecnologie di taglio erano una specie di mercato autarchico. Non solo la diffusa presenza di macchinari di fabbricazione locale, ma anche i processi organizzativi e gli skill del personale manifatturiero rappre sentavano un oggettivo ostacolo alla penetrazione degli standard tecnologici di Atom, che nel taglio manuale a fustella erano la fustellatrice a braccio per la pelle, quella a carrello per il materiale sintetico, con la possibile specializza zione di quella a ponte mobile per specifiche componenti, quali suola, soletta e contrafforte. In Cina il modello dominante di macchina da taglio per grandi serie, infatti, non era né la fustellatrice a braccio né quella a carrello mobile, bensì una forma ridotta delle fustellatrici a ponte con tavolo basculante, denominata plane cutter . Questa fondamentale diversità tecnologica fece profondamente riflettere sulle possibilità che il prodotto Atom, venduto oltretutto a prezzi dell’80%-100% superiori rispetto ai surrogati di produzione locale, potesse avere accettazione diffusa nel breve periodo. Le aziende maggiormente disposte a investire in macchinari e tecnologie di origine europea erano i contractor dei grandi marchi di calzatura per il tempo libero: Adidas, Nike, Reebok. Il mercato cinese subiva alti e bassi nell’evoluzione del proprio mix di produzione tra scarpe in pelle e calzature in sintetico: men tre i contractor di grandi marchi internazionali lavoravano principalmente su calzature in sintetico con qualche componente in pelle, i produttori interessati al mercato interno seguivano il progressivo orientamento della domanda locale verso la calzatura in pelle, con una sempre più diffusa propensione verso una maggiore qualità. Secondo le stime dei partner distributivi locali, il mercato potenziale per i macchinari di taglio calzaturiero in Cina era allora di circa 12-15.000 plane cutter all’anno. Ma il potenziale spazio per l’innovazione era enorme: in caso
atom con gli occhi a mandorla
241
Made with FlippingBook Digital Publishing Software