ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

tivo. Lo svantaggio viene parzialmente compensato dalla migliore tecnologia e performance delle macchine italiane, tanto che hanno avuto un notevole grado di successo, almeno fino al 2005. La grande reputazione delle tecnologia italiana in questo campo ha attratto i migliori produttori cinesi di calzature ad affidarsi a fornitori italiani e ad accettare un prezzo più alto in cambio di migliori per formance e di prestigio. Tuttavia, i clienti che hanno seguito questa scelta hanno spesso incontrato il problema del servizio post-vendita. Questo secondo aspetto di limitazione della competitività appare il più ri levante nei numerosi studi condotti attraverso questionari e interviste ai calza turieri cinesi in un periodo di tempo abbastanza lungo 28 . Un altro importante fattore da tenere in considerazione, oltre la ovvia differenza culturale e lingui stica, è la tipologia di produzione delle calzature standardizzata e di grandi quantità adottata dai calzaturifici cinesi, tipologia opposta a quella italiana della grande varietà e piccole quantità, e sulla quale si configura la tecnologia italiana. Tale differenza avrebbe richiesto un adattamento dell’offerta tecnologica alle esigenze del cliente cinese medio, per penetrare una fascia di mercato vastissima e rimasta nelle mani dei produttori cinesi e taiwanesi. Solo attraverso un investimento diretto in Cina, dunque un abbassamento di prezzo per rendere la macchina più competitiva, un servizio tecnico 24/7 come quello attivato dai concorrenti, una vicinanza al mercato e dunque una maggiore sensibilità ai suoi umori e spostamenti, le macchine italiane avrebbero avuto una buona chance di successo. Questa scelta, coraggiosa da un lato, necessaria dall’altro, viene seguita da pochissime imprese e con risultati positivi sempre più evidenti col passare degli anni. Le aziende italiane che producono in Cina hanno imparato a competere con i produttori locali, sono esse stesse produttori locali, e, in quanto tali, si confrontano col mercato nel suo complesso e non solo con la punta della piramide. La competizione è comunque divenuta sempre più complessa e difficile con lo sviluppo enorme delle aziende cinesi. Tra i produttori cinesi di macchine per calzature emergono dapprima quelli di Wenzhou, alcuni dei quali raggiungono dimensioni notevoli, si organizza no in un’associazione di categoria e in pochi anni creano filiali produttive e commerciali in altre province, fino a diventare molto attivi anche sul mercato internazionale. Con il supporto delle associazioni di categoria e delle autorità governative, essi hanno iniziato a partecipare a fiere estere già dagli anni 2004 2005, quando, contemporaneamente, gli agenti di altri paesi (Messico, Brasile, Thailandia, India, ecc.) che già rappresentavano aziende italiane, hanno iniziato a portare sui propri mercati le macchine cinesi, creando contatti attraverso le fiere e, in seguito, con viaggi dedicati. Dopo Wenzhou, pure a Dongguan si è formato un gruppo di produttori di macchine per calzature, i cui titolari erano spesso ex-dipendenti delle fabbriche taiwanesi trasferitesi nel Guangdong negli anni precedenti 29 . Anche questi si

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