ATOM _- Autobiografia di un'impresa metanazionale

Come già menzionato, l’industria calzaturiera era presente in Cina prima della privatizzazione degli anni Ottanta, così anche quella meccano-calzaturiera. Negli anni Cinquanta, con aiuti e tecnologie provenienti dalla Cecoslovacchia, si era formato un gruppo di aziende statali a Yancheng (provincia del Jiangsu), in seguito alle riforme trasformate in società per azioni 24 , nelle quali il governo locale manteneva una quota di partecipazione, via via sempre più limitata. Un percorso simile viene seguito da altre fabbriche statali, quali la Qingdao Over world, oggi Hicorp Group 25 , fondato nel 1966, quindi in piena Rivoluzione Culturale, specializzato nella produzione di macchine tessili e marginalmente di macchine per calzature, oltre che nelle macchine per l’imballaggio e per la plastica, spesso secondo imposizioni degli amministratori politici, con progetti (anche di joint-venture ) che terminano quando scade il mandato del funzionario che li aveva sostenuti. Va comunque sottolineato che il tentativo di creare un settore meccano calzaturiero partendo dalle industrie statali esistenti non ha conseguito risultati positivi: nessuno dei principali produttori di oggi proviene dalla trasformazione di una fabbrica statale. Al contrario, il maggiore contributo alla crescita del settore meccano-calzaturiero cinese va attribuito alle aziende straniere e agli imprenditori locali privati. La presenza dei produttori italiani in Cina ha perseguito per molti anni la modalità degli agenti e dei rivenditori di Hong Kong e di Taiwan. Rink Tra ding (Liven Lee), Eyko (Pamela Ye), Bomay (Allan Lam), Octopus Machinery (Mak Chunon), Itta (Albert Law) sono stati il canale non solo di vendita ma di vera e propria liaison con il mercato. Alcuni agenti locali sono comparsi e scomparsi negli anni e non hanno mai svolto un ruolo determinante, in quanto non arrivavano a costituire reti di vendita strutturate e con personale professionalmente competente, ciò anche a causa delle restrizioni sul com mercio internazionale e sulle transazioni in valuta 26 che rendono necessaria la conoscenza dei meccanismi del commercio internazionale, anche per vendere sul mercato interno. A vent’anni di distanza, gli agenti-rivenditori di Taiwan e di Hong Kong si sono trasformati in produttori di macchine, chi in collaborazione con i fornitori italiani, chi in concorrenza e chi in aperta violazione dei diritti di proprietà intellettuale sulla tecnologia e sui marchi, seguita da cause legali non ancora risolte. Se l’utilizzo dei rivenditori appare la strada più facile per la penetrazione commerciale, soprattutto in un mercato complesso e vasto come quello cinese, è anche la più pericolosa, in quanto il produttore italiano non acquisisce la co noscenza diretta dei clienti, non segue gli sviluppi del mercato in tempo reale e ogni informazione viene manipolata dagli intermediari, che vivono proprio di tale spazio vuoto tra fornitore e utilizzatore e tendono pertanto a mantenerlo non certo a colmarlo.

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